Pronto a dibattere con tutti, ma non con l’unica leader donna della sinistra. La stella dell’estrema destra Jordan Bardella, nelle ultime settimane di campagna elettorale in Francia, ha affontato due faccia a faccia televisivi: è stato sul plateau con il primo ministro Gabriel Attal e il portavoce de la France Insoumise, poi ha fatto un secondo round con il macroniano e il leader dei Socialisti. Ora che, alla vigilia del voto decisivo per l’Assemblea nazionale, avrebbe dovuto confrontarsi su BFMTV con la segretaria de Les Écologistes Marine Tondelier, ha annullato tutto. Prima ha chiesto pubblicamente che al suo posto ci fosse Jean-Luc Mélenchon. Poi, incassato il no del politico, ha optato per togliere la disponibilità al dibattito con la sola leader donna del Nuovo fronte popolare. La rete ha cercato di rimediare: ha organizzato una serata “speciale” per il 3 luglio, fatta di interviste singole agli esponenti degli schieramenti in campo. Ma la toppa, allestita in fretta e furia per rimediare alla diserzione, ha fatto ancora più rumore.

In difesa di Tondelier infatti, si sono schierate oltre 100 donne in un editoriale pubblicato da Libération: “Ci rifiutiamo”, si legge nel testo sottoscritto tra le altre anche dall’attrice Juliette Binoche, “di vedere una delle poche donne leader di partito invisibilizzata e addirittura messa a tacere, tanto più che i due grandi dibattiti che hanno opposto i candidati alle legislative prima del primo turno erano al 100% maschili“. Effettivamente i confronti tv che avrebbero dovuto essere la vetrina dei partiti hanno resitituito una delle tante immagini di uomini soli al comando. E nonostante proprio il Rassemblement National possa rivendicare come la leadership principale, quella di Marine Le Pen, sia in mano a una donna. Ma al momento di convocare i nomi principali, in tv si sono visti solo maschi. Così l’esclusione di Tondelier, l’unica che avrebbe potuto rompere la routine di giacche e cravatte, ha reso ancora più evidente il problema. “Il rifiuto di Jordan Bardella di discutere con lei”, si legge ancora nell’editoriale sottoscritto da intellettuali, scrittrici e illustratrici, “rivela una realtà inquietante sul rapporto dell’estrema destra con le donne e la loro rappresentazione in politica. L’invisibilizzazione delle donne non è un’opzione”.

Dopo “l’irresponsabile scioglimento dell’Assemblea nazionale”, accusa l’editoriale, si è “aperta la possibilità che l’estrema destra salga al potere, una prospettiva terrificante per i diritti e le libertà di molte persone”. Perché “l’estrema destra ha sempre mirato a smantellare i diritti delle donne, soprattutto di quelle che vivono in condizioni precarie, delle persone razzializzate, delle persone con disabilità, delle persone LGBTQIA+, dei migranti, delle ragazze e dei bambini”. Di tutto questo la segretaria dei verdi avrebbe voluto chiedere conto. “Il rifiuto di Jordan Bardella di discutere con lei non è altro che un tentativo di evitare uno scambio che teme“, sostiene l’editoriale.

Tondelier è una delle rivelazioni a sinistra della campagna elettorale. Classe 1986, consigliera comunale d’opposizione al RN a Hénin-Beaumont (nel Nord di Pas-de-Calais), nel 2017 ha scritto un libro sul Rassemblement National dal titolo: “Nuove dal Fronte”. Dal 2022 segretaria de Les Écologistes, nelle ultime settimane ha vissuto un crescendo di popolarità. Tra gli episodi virali, il suo attacco al ministro dell’Economia Bruno Le Maire che, commentando i risultati del primo turno, diceva di non voler votare alcun candidato de la France Insoumise, neanche per fare blocco al RN: “Questo è un comportamento vile e da privilegiato“, ha detto lei trattenendo a stento lacrime di rabbia. Pochi minuti di scambio che l’hanno incoronata tra i volti più rappresentativi della resistenza a sinistra. Ma la sua carriera nel partito verde francese inizia nel lontano 2009, prima come portavoce dei Jeunes Vert e poi come assistente parlamentare. Fino alla sua elezione a leader meno di due anni fa. Si è fatta riconoscere, dicono, per il suo parlare “dritto” (e anche contro nomi intoccabili come Mélenchon). E soprattutto, è diventata visibile per le battaglie frontali contro l’estrema destra, in un momento in cui il partito cercava di risollevarsi dalle crisi. Dicono, tra le fila del Nuovo fronte popolare, che sia stata proprio lei uno dei motori per unire le forze di una sinistra che sembrava impossibile unire. Così, da pochi giorni, i francesi si sono abituati alla sua faccia. E alla giacca verde che indossa quasi sempre (tanto da far nascere l’account X “la giacca verde di Marine): Tondelier assicura che ne ha due da alternare e che, come ha dichiarato a Libération, “quando la indosso le persone vengono a vedermi”. Insomma, un’àncora visiva che evoca l’ambiente e ricorda che non è necessario comprare sempre nuovi vestiti. Molto più di un simbolo.

Tondelier è diventata così una delle protagoniste di una fase schizofrenica della politica francese e anche per questo la decisione di Bardella è un caso. E sotto accusa non c’è solo l’aspirante primo ministro, ma anche la gestione fatta dalla redazione tv. Il giornale Politico infatti, ha diffuso i contenuti di una comunicazione inviata da BFMTV a la France Insoumise e ai Socialisti per chiedere un altro volto al posto della leader ecologista. Una scelta, si leggeva, “fatta in accordo con Bardella e Attal” perché ci fosse qualcuno di più rappresentativo. Ma i verdi alle scorse Europee hanno fatto il 5,5 per cento, sono la terza forza della coalizione a sinistra e, stando agli accordi, uno spazio spettava anche a loro. Bardella ha confermato il suo rifiuto chiedendo di poter dibattere con Mélenchon, mentre Attal si è affrettato a far sapere che non aveva alcun problema con la presenza di Tondelier. Così è arrivata anche la condanna del sindacato che rappresenta i cronisti: “I signori non hanno il diritto di decidere la composizione del set di BFMTV”, hanno scritto in una nota. “Il canale di informazione non ha il diritto di assecondare i desideri dei partiti politici, e ancor meno di un partito di estrema destra”. Alla fine, comunque, il dibattito non c’è stato e Marine Tondelier, sul plateau televisivo, è andata da sola.

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