Dalle parole ai fatti. L’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan aveva annunciato tempo fa, come riportato da ilfattoquotidiano.it, che si sarebbe rivolto alla Regione per ottenere il pagamento del vitalizio che gli era cancellato per pagare i suoi debiti con l’Erario, a seguito dello scandalo Mose.

Galan, che dopo essere stato arrestato nell’estate 2014, aveva patteggiato due anni e dieci mesi per corruzione, aveva appreso con stupore che un suo ex assessore, Renato Chisso, pure lui finito sotto inchiesta e poi uscito dal carcere a seguito di patteggiamento, era riuscito a veder riconosciuto il proprio diritto a ricevere i quattro quinti del vitalizio. Il Tribunale di Venezia aveva stabilito che doveva lasciarne solo un quinto allo Stato per il pagamento dei debiti, considerando che l’emolumento è a tutti gli effetti equiparato a una pensione.

Quando un mese e mezzo fa Galan si era presentato in Tribunale a Padova, per testimoniare in un processo per diffamazione intentato dal governatore Luca Zaia a un giornalista, aveva ammesso di non ricevere nulla di quanto gli era dovuto. Praticamente vive senza reddito, occupando una casetta in collina di proprietà del fratello. “Sono dieci anni che non mi compero una camicia e uso una vecchia auto”, aveva detto. Adesso ha deciso di rivolgersi all’avvocato Maurizio Paniz, che ha seguito il caso Chisso. Il legale ha inviato alla Regione Veneto una richiesta di entrare in possesso dei documenti riguardanti Galan, per poi avviare la pratica da inoltrare al Tribunale di Venezia.

L’avvocato Paniz spiega che i calcoli sono ancora approssimativi, in attesa dei definitivi. “Giancarlo Galan dovrebbe aver diritto a 2.500 euro al mese di pensione”. La cifra è al lordo delle ritenute di legge. È partendo da questa base che va tolto un quinto, il quale va considerato assieme alla confisca di due milioni di euro avvenuta a seguito del patteggiamento, e riguardante la villa di Cinto Euganeo che fu incamerata dallo Stato. Sarebbe quindi di circa 1.300 euro al mese la pensione di cui beneficerebbe Galan, che fu uno degli uomini più potenti del Veneto, prima come presidente della giunta regionale per quindici anni (dal 1995 al 2010), poi anche come ministro dell’Agricoltura (marzo 2010-aprile 2011) e della Cultura (marzo-novembre 2011).

Ci sono però da conteggiare anche gli arretrati, ovvero il recupero di quanto indebitamente trattenuto dallo Stato in dieci anni. Anche qui il calcolo è approssimativo, ma la cifra che Galan dovrebbe ricevere (considerando rivalutazioni e tasse) si aggirerebbe tra i 150 e i 200mila euro.

“Percepire la pensione è un diritto di cui beneficiano tutti coloro che hanno versato i contributi”, spiega l’avvocato Paniz. Non importa, quindi, se hanno commesso un reato, non può essere trattenuto a fini del risarcimento più di un quinto della somma.

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