Intitolare una piazza al partigiano e deputato alla Costituente Giordano Pratolongo, che venne picchiato dai fascisti proprio in quel luogo nel primissimo Dopoguerra e che morì anche per i postumi di un attacco squadristico di cui fu vittima davanti alla stazione di Monfalcone? La proposta dell’Anpi, sorretta da una raccolta di firme di cittadini, non piace al Comune retto ancora per pochi giorni della sindaca leghista AnnaMaria Cisint, in partenza per Bruxelles (ma continuerà a fare l’assessore) e che tra breve sarà guidato dal vicesindaco Antonio Garritani di Fratelli d’Italia. Ed è proprio Garritani, in quanto “delegato alle intitolazioni”, che ha risposto all’Associazione Partigiani d’Italia, formalizzando il diniego che cade a tre settimane di distanza dall’intitolazione di una gradinata a Norma Cossetto, la giovane figlia dell’allora segretario del Fascio di Santa Domenica di Visinada (Comune della Croazia), gettata ancora viva in una foiba nel 1943.
Secondo il vicesindaco bastano e avanzano via della Resistenza e via XXV Aprile… Non sono solo i morti a dividere, ma anche le ideologie, ai confini orientali dell’Italia. Così scrive Garritani: “L’attribuzione è soggetta a due ordini di valutazione, di opportunità e di merito. Per quanto riguarda il primo, vi è la necessità di mantenere una rappresentatività equilibrata di natura storico-culturale-ambientale delle diverse espressioni/sensibilità che vengono segnalate. Quest’ultima verifica è un aspetto molto importante perché nel tempo alcune vicende della complessa storia cittadina hanno trovato ampia presenza, mentre altri fatti ed altre personalità -ugualmente ragguardevoli e meritevoli – sono state quasi del tutto trascurate se non addirittura ignorate”. Sembra un bilancino da adottare per misurare figure di opposto segno politico.
Nella seconda parte della lettera, infatti, spiega: “Nel caso della ‘Liberazione’ esistono ampie espressioni di riconoscimento e di omaggio che si richiamano a specifici fatti e ad esponenti di questo periodo: via della Resistenza… via XXV Aprile… via fratelli Fontanot… via Fratelli Cervi…”. Segue un compendio di cippi e perfino di lapidi, con una notazione che coinvolge anche Antonio Gramsci (mori nel 1937) e Giacomo Matteotti (ucciso dai fascisti cento anni fa). Entrambi erano scomparsi ben prima della guerra di Liberazione. Conclusione: “L’amministrazione comunale, sia sotto il profilo dell’opportunità di modifica nominale del luogo indicato, sia di valutazione di mantenere un’equilibrata rappresentatività delle vicende di natura storico-culturale ambientale delle diverse espressioni/sensibilità che vengono segnalate al Comune, non ritiene di accogliere la vostra proposta di intitolazione a Giordano Pratolongo”.
Pratolongo era nato a Trieste nel 1905, è morto nel 1953. Faceva l’operaio e divenne dirigente del Partito Comunista, quindi comandante partigiano delle Brigate d’assalto Garibaldi, dopo aver scontato dieci anni nell’isola di Ventotene, come detenuto politico. Eletto parlamentare della Costituente, fu poi deputato per la circoscrizione Udine-Belluno-Gorizia dal 1948. Si dimise nel 1951 dopo le conseguenze di un’aggressione subita da parte di un gruppo di neofascisti. Morì, due anni più tardi, a soli 48 anni.
La risposta dell’Anpi non si è fatta attendere: “L’elenco delle personalità citate è quanto meno pretestuoso, ad esempio Matteotti e Gramsci appaiono fuori luogo rispetto al tema della Resistenza. Inoltre, l’intitolazione era motivata dall’attività importantissima dell’onorevole Pratolongo che fu anche membro della Costituente, negli anni cruciali del Dopoguerra. Ma di ciò non si fa menzione nel documento del vicesindaco. Allo stesso modo non si cita il fatto che la sua morte fu causata, seppure ad anni di distanza, da un violento pestaggio ad opera di un gruppo di fascisti perpetrato proprio nel piazzale che avremmo voluto intitolare a lui. Fu un episodio che si inquadrava nel clima delle pesanti intimidazioni e violenze fasciste di quegli anni”. La presidente Licia Morsolin aggiunge: “La piazza della Stazione è di fatto senza intitolazione e Pratolongo, a differenza di altri casi, è una persona che ha avuto un legame diretto e importante con la città”.
Politica
Il Comune di Monfalcone si rifiuta di intitolare una piazza a Pratolongo, padre costituente che morì dopo le botte dei fascisti nel Dopoguerra
Intitolare una piazza al partigiano e deputato alla Costituente Giordano Pratolongo, che venne picchiato dai fascisti proprio in quel luogo nel primissimo Dopoguerra e che morì anche per i postumi di un attacco squadristico di cui fu vittima davanti alla stazione di Monfalcone? La proposta dell’Anpi, sorretta da una raccolta di firme di cittadini, non piace al Comune retto ancora per pochi giorni della sindaca leghista AnnaMaria Cisint, in partenza per Bruxelles (ma continuerà a fare l’assessore) e che tra breve sarà guidato dal vicesindaco Antonio Garritani di Fratelli d’Italia. Ed è proprio Garritani, in quanto “delegato alle intitolazioni”, che ha risposto all’Associazione Partigiani d’Italia, formalizzando il diniego che cade a tre settimane di distanza dall’intitolazione di una gradinata a Norma Cossetto, la giovane figlia dell’allora segretario del Fascio di Santa Domenica di Visinada (Comune della Croazia), gettata ancora viva in una foiba nel 1943.
Secondo il vicesindaco bastano e avanzano via della Resistenza e via XXV Aprile… Non sono solo i morti a dividere, ma anche le ideologie, ai confini orientali dell’Italia. Così scrive Garritani: “L’attribuzione è soggetta a due ordini di valutazione, di opportunità e di merito. Per quanto riguarda il primo, vi è la necessità di mantenere una rappresentatività equilibrata di natura storico-culturale-ambientale delle diverse espressioni/sensibilità che vengono segnalate. Quest’ultima verifica è un aspetto molto importante perché nel tempo alcune vicende della complessa storia cittadina hanno trovato ampia presenza, mentre altri fatti ed altre personalità -ugualmente ragguardevoli e meritevoli – sono state quasi del tutto trascurate se non addirittura ignorate”. Sembra un bilancino da adottare per misurare figure di opposto segno politico.
Nella seconda parte della lettera, infatti, spiega: “Nel caso della ‘Liberazione’ esistono ampie espressioni di riconoscimento e di omaggio che si richiamano a specifici fatti e ad esponenti di questo periodo: via della Resistenza… via XXV Aprile… via fratelli Fontanot… via Fratelli Cervi…”. Segue un compendio di cippi e perfino di lapidi, con una notazione che coinvolge anche Antonio Gramsci (mori nel 1937) e Giacomo Matteotti (ucciso dai fascisti cento anni fa). Entrambi erano scomparsi ben prima della guerra di Liberazione. Conclusione: “L’amministrazione comunale, sia sotto il profilo dell’opportunità di modifica nominale del luogo indicato, sia di valutazione di mantenere un’equilibrata rappresentatività delle vicende di natura storico-culturale ambientale delle diverse espressioni/sensibilità che vengono segnalate al Comune, non ritiene di accogliere la vostra proposta di intitolazione a Giordano Pratolongo”.
Pratolongo era nato a Trieste nel 1905, è morto nel 1953. Faceva l’operaio e divenne dirigente del Partito Comunista, quindi comandante partigiano delle Brigate d’assalto Garibaldi, dopo aver scontato dieci anni nell’isola di Ventotene, come detenuto politico. Eletto parlamentare della Costituente, fu poi deputato per la circoscrizione Udine-Belluno-Gorizia dal 1948. Si dimise nel 1951 dopo le conseguenze di un’aggressione subita da parte di un gruppo di neofascisti. Morì, due anni più tardi, a soli 48 anni.
La risposta dell’Anpi non si è fatta attendere: “L’elenco delle personalità citate è quanto meno pretestuoso, ad esempio Matteotti e Gramsci appaiono fuori luogo rispetto al tema della Resistenza. Inoltre, l’intitolazione era motivata dall’attività importantissima dell’onorevole Pratolongo che fu anche membro della Costituente, negli anni cruciali del Dopoguerra. Ma di ciò non si fa menzione nel documento del vicesindaco. Allo stesso modo non si cita il fatto che la sua morte fu causata, seppure ad anni di distanza, da un violento pestaggio ad opera di un gruppo di fascisti perpetrato proprio nel piazzale che avremmo voluto intitolare a lui. Fu un episodio che si inquadrava nel clima delle pesanti intimidazioni e violenze fasciste di quegli anni”. La presidente Licia Morsolin aggiunge: “La piazza della Stazione è di fatto senza intitolazione e Pratolongo, a differenza di altri casi, è una persona che ha avuto un legame diretto e importante con la città”.
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Roma, 20 feb. (Adnkronos) - "Il sottosegretario alla giustizia Delmastro, condannato a otto mesi di carcere per rivelazione di segreto d’ufficio e un anno di interdizione dai pubblici uffici, ha dichiarato di non volersi dimettere. È senza vergogna. Se ne vada e lo faccia il prima possibile. Le istituzioni sono una cosa seria, non la proprietà privata di qualcuno”. Così sui social Antonio Misiani della segreteria del Partito Democratico.
Milano, 20 feb. (Adnkronos) - I carabinieri hanno raccolto tutte le dichiarazioni rese dagli staff e direttamente dagli imprenditori contattati dal gruppo di truffatori che usando il nome del ministro della Difesa Guido Crosetto hanno tentato raggiri milionari. La banda ha contattato almeno una decina delle famiglie più note e ricche in Italia, tra cui Massimo Moratti (l'unica vittima che ha denunciato il raggiro subito), Marco Tronchetti Provera, esponenti delle famiglie Beretta, Del Vecchio, Caprotti e Della Valle, lo stilista Giorgio Armani.
Una volta sentiti dai militari non tutte le persone che hanno risposto alle telefonate del finto ministro o del sedicente generale hanno deciso di sporgere denuncia. La procura di Milano che indaga sulle truffe sta proseguendo il lavoro sul fronte internazionale, per capire i movimenti bancari del denaro recuperato, mentre restano due gli indagati stranieri per associazione per delinquere finalizzata.
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - "Delmastro è sottosegretario alla Giustizia, la sua condanna è grave già solo per questo. In più questa condanna arriva perché ha usato i suoi attuali poteri di sottosegretario per manganellare l'opposizione in Parlamento rivelando informazioni che non potevano essere rivelate. C'è un evidente e gigantesco problema politico. Non può restare al suo posto, è inaccettabile". Così Anna Ascani, Vicepresidente della Camera e deputata dem, intervenendo a Metropolis.
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - “Senza disciplina. Senza onore. Doveva dimettersi ben prima, a prescindere dalla condanna. Ogni minuto di permanenza in carica di Delmastro è un insulto alle istituzioni”. Così sui social Peppe Provenzano della segreteria del Partito Democratico.
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto nel pomeriggio al Quirinale, in separate udienze, per la presentazione delle Lettere Credenziali, i nuovi Ambasciatori: S.E. Vladimir Karapetyan, Repubblica di Armenia; S.E. Roberto Balzaretti, Confederazione Svizzera; S.E. Francella Maureen Strickland, Stato Indipendente di Samoa; S.E. Amb. Matthew Wilson, Barbados; S.E. Augusto Artur António da Silva, Repubblica della Guinea Bissau; S.E. Noah Touray, Repubblica del Gambia; S.E. Richard Brown, Giamaica. Era presente il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli. Si legge in una nota del Quirinale.
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - "Shame". Ovvero, 'vergogna'. E' il commento via social di Enrico Letta al post di Donald Trump in cui ha insultato Volodomyr Zelensky.
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - “'Con disciplina e onore' prevede la Costituzione. La condanna di oggi conferma invece che Delmastro ha usato informazioni riservate acquisite nel suo ruolo di Governo per colpire avversari politici, passandole al suo coinquilino. Chissà se almeno stavolta Giorgia Meloni ritroverà la coerenza con sé stessa, pretendendone le dimissioni". Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.