Partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, ascolto dei loro bisogni e presa di distanza da una politica territoriale chiusa e autoreferenziale, condizionata dagli interessi di specifici gruppi di potere. Sono queste le formule grazie alle quali si sono affermate in Toscana alcune realtà politiche di sinistra alternative al Partito Democratico. Il “partitone” è tornato forte nella Regione che fu rossa, l’ondata prima verde (della Lega) e poi blu scura (dei Fratelli d’Italia) sembra ora superata, grazie ai segnali di riscatto originati dalla leadership di Elly Schlein, che promette una cesura con le dinamiche dirigenziali degli ultimi anni. Eppure in qualche territorio questo impulso fa ancora fatica ad arrivare. A Rosignano, Calenzano e Borgo San Lorenzo al ballottaggio i democratici sono stati sconfitti da un mix vincente di civismo e pianificazione politica. Tre comuni “campione”, significativi anche dal punto di vista produttivo oltre che sociale, nei quali la cittadinanza ha scelto la discontinuità, stanca degli schemi portati avanti da chi ha detenuto il potere negli ultimi anni. Tre realtà che hanno caratteristiche simili e portano a domandarsi se, anche in Regione, ci sia la possibilità di veder sorgere una forza politica di sinistra nuova e con quali ambizioni. Magari anche al fianco del Pd, ma in grado di portare sul tavolo con nuovo vigore diverse istanze della cittadinanza.

Calenzano
Per Giuseppe Carovani, neo sindaco di Calenzano, non ci sono dubbi. Sul territorio esiste uno spazio a sinistra del Pd e incontra un interesse e un consenso diffuso. “Da un po’ di anni assistiamo all’autoreferenzialità di alcuni gruppi dirigenti locali – commenta a ilfattoquotidiano.it Carovani -. Questi comportamenti hanno portato a far sì che si creasse un distacco sempre maggiore tra l’amministrazione e la popolazione”. Pensa che sia questa l’origine della voglia di cambiamento dimostrata dalla maggioranza dei cittadini. La coalizione che ha portato all’elezione di Carovani ha avuto come perno la lista Sinistra per Calenzano, affiancata da Per La Mia Città e Calenzano Democratica. “Abbiamo messo in campo una proposta che è stata in grado di coinvolgere la cittadinanza, compresi molti giovani – spiega -. Questo contatto costante ci ha permesso di comprendere le necessità delle persone, come non era avvenuto in passato. Siamo ripartiti dai temi. Per esempio, abbiamo attirato molta partecipazione quando ci siamo mobilitati per combattere il consumo di suolo, per evitare ulteriore cementificazione. È un tema importante nella Piana fiorentina”. Carovani spiega che la sua giunta non sarà necessariamente contro il Pd. In passato avevano provato a costruire una sinistra più larga, ma si sono scontrati sui contenuti. “Si amministrano i Comuni come fossero consigli di amministrazione. In cui la maggioranza del pacchetto azionario decide per conto suo e poi va a comunicarlo ai cittadini e al consiglio comunale – commenta -. Noi vogliamo scardinare questo approccio. Deve esserci dialogo con tutti. L’importante è che ci sia una una forte presenza a sinistra in grado di fare la differenza, e non subalterna ai gruppo di potere”.

Rosignano Marittimo
Claudio Marabotti, eletto sindaco di Rosignano Marittimo con il supporto di alcune liste civiche e anche il M5s, al ballottaggio era piuttosto convinto di vincere contro il Pd. “La difficoltà vera per noi era quella di passare il primo turno – spiega a ilfattoquotidiano.it -. Essendo una lista civica vera, non un partito travestito, avevamo componenti dentro che rispecchiano diverse anime politiche. In questo modo, al ballottaggio avevamo la possibilità di avere anche dei voti dagli elettori di destra, che invece sarebbero stati molto restii a votare un partito di sinistra”. Al di là degli ideali politici, anche a Rosignano la strategia vincente è stata quella di ascoltare i temi cari alla cittadinanza, trascurati dalla precedente amministrazione. C’è un esempio che si cala in un territorio come questo, identificato con il maxi stabilimento della chimica che dà il nome a una popolosa frazione: Solvay. “Io chiedevo da tempo che venisse fatto uno studio epidemiologico sul nostro territorio – dice Marabotti – per tutelare la popolazione, ma la precedente giunta non lo ha mai fatto. Se uno si rifiuta di fare uno studio per capire se l’ambiente dove vivono i suoi cittadini è salubre o meno, è chiaro che perde”. Continua il sindaco: “La politica è la gestione del bene comune. C’è chi ci critica perché non saremmo né di destra né di sinistra. Non è così. Io sono convintamente di sinistra. Credo nella prevalenza dell’interesse collettivo, nella sanità pubblica sopra quella privata, e che chi ha di più debba pagare più tasse. Ma nella gestione del territorio le idee devono essere calate nella realtà”. Per Marabotti i cittadini hanno percepito negli ultimi anni una degenerazione del potere. Gli interessi degli amministratori e quelli della popolazione si sono progressivamente distaccati, fino a provocare una voglia di rottura negli elettori. In certi territori, è l’accusa del sindaco, “a furia di governare il centrosinistra si è trasformato in un comitato d’affari. Usavano il loro tempo, le loro energie e il loro potere per garantirsi la rielezione cinque anni dopo. Anche se questo era in contrasto con il bene comune. Le persone si sono accorte di ciò. Appena è nata una risposta alternativa credibile, come la nostra, è stata premiata”.

Borgo San Lorenzo
La vittoria di Leonardo Romagnoli ha radici nelle divisioni interne al Partito Democratico. “Qui l’anno scorso c’è stata una spaccatura interna al Pd, perché è stato scelto di non fare le primarie. Questa mancata discussione, come quella sul programma, ha comportato una divisione”, spiega a ilfattoquotidiano.it il nuovo sindaco mugellano. La poca apertura a proposte esterne ha fatto sì che un’anima del partito, quella più insofferente, abbia scelto di staccarsi e formare il gruppo Progressisti Democratici. “I fuoriusciti hanno trovato accoglienza nella nostra coalizione, che era formata da Borgo in Comune, con cui mi ero già presentato cinque anni fa, e dal Movimento 5 Stelle, che alle precedenti elezioni aveva scelto di correre da solo”. Per Romagnoli la sinistra deve ripartire dalla società civile e dall’associazionismo. E non fare “alchimie verticistiche che poi non portano a nulla”. La parola “autoreferenzialità” torna fuori anche nei discorsi del nuovo sindaco di Borgo. “Abbiamo voluto combattere questa deriva – commenta -. Per questo siamo partiti dal coinvolgimento della popolazione. Sono stati questi tavoli a dar vita poi al programma. Qui abbiamo intercettato tutte quelle persone che cercavano una forza a sinistra del Pd”. La volontà di Romagnoli è che i cittadini partecipino attivamente alla vita amministrativa. “Vogliamo che la gente sia coinvolta, che condiva le scelte del comune. Gli investimenti, il bilancio e i progetti non devono calare dall’alto. In questo modo si può anche tentare di riportare le persone alle urne e combattere il calo di affluenza”. E conclude: “Se uno viene chiamato a partecipare solo una volta ogni cinque anni e deve pronunciarsi su decisioni già prese e programmi già scritti, è ovvio che manifesterà disaffezione”.

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Nella foto in alto | Da sinistra Carovani, Romagnoli e Marabotti, rispettivamente sindaci di Calenzano, Rosignano e Borgo San Lorenzo

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