“Sono molto contenta di annunciare che la Commissione europea ha approvato oggi il pagamento della quinta rata del Pnrr. Abbiamo raggiunto gli obiettivi previsti per questa rata, abbiamo fatto anche qualcosa di più. È un’ottima notizia per l’Italia, è un’ottima notizia per i cittadini, è una notizia che ancora una volta smentisce quanti avevano scommesso sul fallimento di questo governo”. Parola di Giorgia Meloni, che ieri in un videomessaggio sui social ha commentato così la notizia del via libera da parte della Ue allo sblocco di 11 miliardi a titolo di quinta rata del Piano di ripresa e resilienza. Quello che la premier ha taciuto è che non solo gli obiettivi da raggiungere erano già stati rivisti al ribasso, ma soprattutto l’importante target relativo al miglioramento degli appalti della pubblica amministrazione – una riduzione del 10% dei tempi tra aggiudicazione e realizzazione delle infrastrutture – è stato mancato.
Quell’obiettivo valeva 110 milioni e il rinvio, come ammesso dal ministro Raffaele Fitto in conferenza stampa, è stato deciso “d’intesa con la Commissione europea”: “Abbiamo ritenuto opportuno rivedere la parte relativa al criterio di misurazione, perché quanto previsto nella decisione del Consiglio non ci ha consentito comunamente di definire questo aspetto”. “Ma quanto prima” l’obiettivo “sarà definito”, si tratta solo “di una difficoltà d’interpretazione della misura dal punto di vista tecnico”. Di certo al momento risulta mancato.
La rata resta di 11 miliardi solo grazie al fatto che sono stati raggiunti in anticipo due obiettivi relativi al contrasto dell’evasione fiscale previsti per la settima rata: l’aumento del 40% rispetto al 2019 delle lettere di conformità inviate ai contribuenti e l’incremento del 30% del gettito fiscale collegato.