L’Italia è uno dei paesi dell’Unione europea in cui si registra la più diffusa contrarietà ad un aumento delle spese militari. Emerge dall’ultimo sondaggio dello European Council on Foreign Relations, pubblicato in vista del summit Nato della prossima settimana. L’indagine esamina ad ampio raggio l’atteggiamento dei cittadini di 15 paesi Ue nei confronti del conflitto tra Mosca e Kiev. Il 63% degli italiani è contrario all’incremento del budget per la difesa come reazione alla guerra, appena il 9% auspica il contrario. Tiepidi verso il riarmo, ma non quanto gli italiani, sono anche i greci (55% contrario) e gli spagnoli (51%). I più propensi ad un incremento delle spese per armi sono invece polacchi (53% a favore, unico paese in cui si supera la metà degli interpellati, ndr), gli estoni (45%) e gli svedesi (41%).
Non sorprende che la propensione al riarmo vada di pari passo con i timori che Mosca possa attaccare altri paesi europei. In Italia considera probabile (6%) o possibile (26%) questa eventualità circa un interpellato su tre, una delle quote più basse d’Europa. In Polonia il timore è condiviso da un cittadino su due. Gli italiani sono anche molto scettici sul ruolo svolto sinora dall’Unione europea.Appena il 28% ritiene che abbia avuto un ruolo più o meno positivo nella guerra in corso. D’altro canto gli ucraini ci ritengono tra gli alleati meno affidabili, preceduti in questo solo da Romania e Polonia.
La maggior parte degli italiani ritiene che il conflitto si concluderà entro un periodo che va da uno a cinque anni. Con esiti però tutt’altro che favorevoli a Kiev. Il 22% pensa che vincerà la Russia, appena il 3% che lo farà l’Ucraina (contro una media Ue di tutti i paesi del 15%). Il 48% ritiene che si arriverà a un qualche tipo di accordo. Più della metà degli italiani (53%) considera però uno sbaglio aumentare la fornitura di armi a Kiev e appena il 7% vede con favore l’ipotesi di inviare truppe a combattere per l’Ucraina.