Il risultato dello studio ricercatori dell’Università del Queensland e dell’Università di Melbourne parla chiaro e lancia la campagna di informazione soprattutto tra i giovani
“Strangolare un partner durante un rapporto sessuale è ampiamente percepito come una pratica normale soprattutto tra i giovani. Più della metà degli adulti, intervistati dai ricercatori dell’Università del Queensland e dell’Università di Melbourne, di età pari a 35 anni ammettono di essere stati strangolati. Ma molti di loro sono ignari delle conseguenze potenzialmente gravi per la salute”. A lanciare l’allarme è la redattrice medica del The Guardian, Melissa Davey. È stata lanciata la campagna di informazione “Breathless” per sensibilizzare sul tema dello strangolamento che oltre a non essere sicuro e spesso avviene senza comunicazione o consenso da parte del partner.
Più donne (61%) che uomini (43%) hanno riferito di essere state strangolate, insieme al 78% delle persone trans o di genere diverso. Più uomini (59%) che donne (40%) invece hanno affermato di aver strangolato il partner. Sebbene il soffocamento, che comporta l’ostruzione parziale o totale della trachea, sia diverso dallo strangolamento, che si riferisce alla pressione esterna sul collo che limita la respirazione o il flusso sanguigno, i giovani usano comunemente il termine “soffocamento” quando si riferiscono allo strangolamento durante il sesso.
La coautrice dello studio, la professoressa Heather Douglas della Melbourne University Law School, ha affermato che soffocare una persona durante il sesso può causare lesioni cerebrali, anche quando la persona rimane cosciente e anche quando non ci sono lesioni visibili. Può anche causare la morte: “Quindi è un po’ come un trauma cranico in quanto gli infortuni possono accumularsi. L’aborto spontaneo può anche derivare dallo strangolamento e può verificarsi una settimana o mesi dopo. Lo strangolamento può portare a un ictus. Può esserci anche una riduzione della memoria”.