L’immagine di copertina dice già quasi tutto. Un deambulatore per anziani con davanti il simbolo della presidenza statunitense. Il titolo è: “No way to run a country”. Anche il settimanale londinese Economist (controllato al 34,7% dalla Exor della famiglia Agnelli-Elkann) si unisce alla serie di prestigiose testate che invitano Joe Biden a farsi da parte in vista delle elezioni presidenziali di novembre.
Nell’editoriale di apertura del numero in edicola si torna sul confronto con Donald Trump. “Il dibattito è stato orribile per Biden. Guardare un anziano confuso che lottava per ricordare parole e fatti è stata un’agonia e la sua incapacità di dibattere contro un avversario debole è stata scoraggiante”, si legge. Peggio ancora, secondo l’Economist è stato il tentativo che ne è seguito di negare le difficoltà in vista di altri 4 anni di possibile presidenza. Il risultato è stato quello di portare Trump sulla soglia della Casa Bianca, come mostrano inequivocabilmente gli ultimi sondaggi.
Il settimanale concede a Biden l’onore delle armi. Come già scritto con toni simili dal New York Times, il presidente in carica merita di essere ricordato per il lavoro svolto e per i risultati raggiunti e non per il suo declino. Quindi è giusto che gli esponenti di punta del partito democratico lo invitino a ritirare la sua candidatura. Secondo l’Economist “Non è troppo tardi” e la partita per la Casa Bianca non è chiusa.
“Biden non ha colpa per il suo declino fisico”, si legge, ma è responsabile per la sua insistenza nel voler svolgere per altri quattro anni “il lavoro più duro del mondo”. Il partito democratico, dal canto suo, dovrebbe smettere di “coprire i propri difetti demonizzando l’avversario”, una strategia che sta rovinando la politica americana. Parlare di Trump come di un “dittatore” per compensare l’evidente infermità del signor Biden non è altro che una forma di ricatto. Inoltre, sottolinea il settimanale di riferimento della comunità finanziaria internazionale, in quanto rappresentante dell’America all’estero, nel prossimo quadriennio Biden porterebbe un’immagine di decrepitezza, a tutto vantaggio di Cina e Russia.
L’ Economist rivendica di aver scritto già dal 2022 che Biden non avrebbe dovuto cercare la rielezione perché troppo anziano. Sarebbe stato meglio agire per tempo ma secondo il settimanale anche un candidato deciso ora, in corsa, avrebbe più possibilità di vittoria. Pure se si trattasse della vicepresidente Kamala Harris che al momento i sondaggi non fotografano come particolarmente popolari. Soprattutto, in caso di elezione, altri candidati sarebbero in grado di governare e toglierebbero ora a Trump uno degli argomenti più forti della sua campagna presidenziale.