Più si avvicinano le Olimpiadi di Parigi meno tennisti russi decidono di parteciparvi. Dopo i connazionali Andrey Rublev, Karen Khachanov, Liudmila Samsonova e Daria Kasatkin (senza dimenticare la bielorussa Aryna Sabalenka) anche Anna Kalinskaya ha declinato l’invito del Comitato Olimpico Internazionale (Cio).

La tennista russa, attuale fidanzata di Jannik Sinner, risulta tra gli atleti che hanno rifiutato di partecipare ai Giochi Olimpici in forma neutrale. A confermare la tesi (praticamente certa) è il fatto che nella stessa settimana dei cinque cerchi, Kalinskaya è impegnata nel torneo Wta 500 di Washington. La tennista russa era stata invitata dal Cio come atleta neutrale, in quanto rispettiva i criteri stabiliti dal Comitato olimpico internazionale: non appoggiare Vladimir Putin e la guerra in Ucraina. Non è sicuramente il caso di Kalinskaya: ha la madre di origini ucraine e ha manifestato apertamente la sua richiesta di pace, anche con una scarpa speciale con la scritta “No War”. Eppure la fidanzata di Sinner ha scelto di non partecipare alle Olimpiadi, forse per timore o per volontà di non rappresentare la Russia, anche indirettamente, ai Giochi.

Tra regole e rifiuti: l’Olimpiade della forma neutrale
Dal mese di febbraio 2022 sono in vigore le sanzioni imposte dal Comitato Olimpico Internazionale (Cio) nei confronti della Russia e della sua alleata Bielorussia in seguito alle invasioni in Ucraina. A livello formale, infatti, sono state infatti escluse dai Giochi di Parigi 2024. Motivo per cui gli atleti che vi prenderanno parte potranno rappresentare sé stessi in forma neutrale e devono dimostrare di non sostenere in alcun modo la guerra in Ucraina. Tra le rinunce, spiccano diversi nomi dei tennisti. Nonostante alcuni di loro godano di maggior libertà di parola perché all’estero, sono comunque nel mirino di Mosca: il presidente del Comitato olimpico russo Stanislav Pozdnyakov ha definito il gruppo di tennisti russi “una squadra di agenti stranieri”. Altri atleti russi, invece, – come i nuotatori Evgeny Rylov e Kliment Kolesnikov – hanno dichiarato di non voler accettare le condizioni del Cio, sostenendo apertamente il regime russo di Putin e l’invasione di Kiev.

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