“Musumeci dice che corriamo sull’autonomia differenziata? Il Veneto è abituato a correre, lo dimostrano le nostre performance“. È la polemica replica a distanza del presidente della Regione Veneto Luca Zaia che, ospite di Non Stop News (Rtl 102.5), risponde alle parole di Nello Musumeci, ministro della Protezione Civile ed ex governatore della Sicilia, il quale, in riferimento alla richiesta del politico veneto di avere subito le 9 materie non subordinate ai livelli essenziali di prestazioni, ha definito la sua istanza “assolutamente precoce”, auspicando che non fosse “una provocazione politica”.
Zaia non ci sta e spiega: “Non c’è nessuna invenzione, non c’è nessuna corsa. È semplicemente l’applicazione di quanto è previsto da una legge della Repubblica italiana, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e promulgata dal presidente della Repubblica. E mi fermo qui: nel momento in cui le leggi sono leggi, i cittadini sono chiamati a rispettarle e a seguirne i dettami. La legge sull’autonomia differenziata prevede che su 9 materie si possa chiedere formalmente l’apertura di un tavolo di trattativa, che non mi sembra un assalto all’arma bianca ma semplicemente una modalità per interloquire”.
E aggiunge: “Vorrei ricordare che la nostra Costituzione repubblicana del nostro paese, che è del 1 gennaio 1948, è autenticamente federalista, non è un caso che sia stata scritta nelle stesse ore nelle quali i tedeschi, dopo l’evento bellico del ’45, con le macerie fumanti come in Italia, scrivevano la Costituzione. La Germania – continua – ha una Costituzione autenticamente federalista come quella italiana, solo che in Italia poi si è fatta la scelta sbagliata di gestire tutto col centralismo che ha portato le diseguaglianze. Quindi, le diseguaglianze non sono colpa dell’autonomia, ma di una mala gestio e di un centralismo assistenzialista che molto spesso ha fatto danni”.
Zaia continua a tessere le lodi dell’autonomia, attaccando i detrattori della legge: “L’autonomia è una grande opportunità molto di più per il Sud che per il Nord, perché i margini di crescita che ha il Sud sono eccezionali rispetto a quelli che abbiamo noi. Sappiamo benissimo che il Sud è strepitoso e che potrebbe crescere molto di più. Io ho l’impressione che si stiano diffondendo notizie sbagliate, ma noi continueremo. Altra bufala è che con l’Autonomia lo Stato non può finanziarsi perché i soldi sono trattenuti dalle Regioni. Non c’è scritto questo nella legge – prosegue – ma c’è scritto che se tu mi deleghi a fare i passaporti, mi trasferirai tu i costi che avresti dovuto sostenere tu. Ma rubiamo cosa a chi? Noi non rubiamo nulla. Io comunque non so come andrà a finire. Il mio dovere l’ho fatto e lo farò. Dopodiché, se l’autonomia non la facciamo per scelta, la dovremo fare per necessità, ma quelli che vanno a raccontare realtà distorte ai cittadini prima o poi verranno chiamati in causa“.
Il presidente veneto, a riprova delle sue argomentazioni, cita alcuni esempi: “Una delle deleghe di funzione della protezione civile potrebbe essere che un presidente di Regione, che è già autorità di protezione civile, in una catastrofe ambientale limitata ai confini regionali possa emettere ordinanze di deroga per dare una mano ai cittadini, senza aspettare il via libera del governo. E questa si chiama praticità. Quando ci sono eventi che riguardano il territorio regionale, è inutile aspettare le carte da Roma, a meno che non si sostenga che i dirigenti delle Regioni siano dei delinquenti e quelli di Roma delle persone perbene. Siccome io penso che siano perbene sia a Roma, sia nelle nostre Regioni, facciamo in modo di sburocratizzare”.
Zaia infine difende il premierato, respingendo la tesi secondo cui le dure parole pronunciate ieri dal presidente Sergio Mattarella sulle democrazie “della maggioranza” che sono “una insanabile contraddizione” fossero riferite alla riforma voluta dal governo Meloni: “Io conosco il presidente Mattarella, che è una persona di buon senso, un garante della Costituzione e un faro per tutti i cittadini. Quindi, ha la mia totale stima ma mi rifiuto di pensare che il suo fosse un attacco al premierato. Anzi, vi dico una roba: io sostengo il premierato a prescindere dall’autonomia“.
E spiega: “Abbiamo modelli che funzionano, quelli dei sindaci e dei presidenti di Regione: noi li eleggiamo direttamente e siamo arrivati all’elezione diretta, togliendo ai partiti la loro nomina, attraverso un referendum nei primi anni ’90. Qua nessuno si ricorda più nulla. Quindi, con questa riforma il premier sarà sostanzialmente eletto dai cittadini. E a me – conclude citando il “Contratto Sociale” di Jean-Jacques Rousseau – non sembra una roba da dittatori, ma una cosa rispettosa del contratto sociale. Se ai cittadini non va più bene il presidente del Consiglio, voterà qualcun altro, come accade in altri paesi”.