i tratta di una bevanda allucinogena proveniente dalle Ande che sta diventando popolare anche in Europa per il suo richiamo mistico e allucinogeno
Un’antica pozione sciamanica, l’Ayahuasca, è salita alla ribalta grazie ad un recente caso di cronaca nera, quello che ha per protagonista Alex Marangon, il 26enne di Marcon (Venezia) trovato senza vita martedì scorso sul greto del Piave, nel comune di Crocetta del Montello, in provincia di Treviso. Dalle prime indagini sembrerebbe che il giovane abbia in ingerito una sostanza psicotropa prima di morire: l’ayahuasca, appunto. Si tratta di una bevanda allucinogena proveniente dalle Ande che sta diventando popolare anche in Europa per il suo richiamo mistico e allucinogeno.
Soprannominata “liana dei morti”, l’ayahuasca consiste in un decotto di erbe amazzoniche che provoca visioni psichedeliche. Il ministero della Salute ne ha vietato l’utilizzo nel 2022, inserendola nella lista delle sostanze stupefacenti ed è stata bollata come droga illegale dopo una sentenza del 2023 del Tar del Lazio. Il suo consumo è accompagnato dall’esecuzione di musiche con ritmi e canti tribali che si dice possano guidare le visioni. Viene utilizzato dagli sciamani della foresta amazzonica come medicina ma anche in tutti i loro riti. Questa bevanda, preparata con la liana Banisteriopsis caapi e le foglie di Psychotria viridis, ha una storia millenaria intrecciata con rituali spirituali e pratiche curative. L’Ayahuasca è molto più di una semplice bevanda: è un viaggio interiore, un’esperienza trasformativa che promette visioni e connessioni con il divino.
Da elisir medicinale a sacramento sciamanico, l’Ayahuasca ha attraversato i secoli, conservando il suo ruolo centrale nelle culture indigene. Oggi, è diventata un’attrazione turistica in Sud America, ma la sua influenza si estende ben oltre le foreste pluviali. La storia dell’Ayahuasca nasce nelle foreste amazzoniche del Brasile ed ha una tradizione millenaria: dapprima come pianta medicinale poi fondamentale bevanda sacra per creare lo stato allucinatorio nei riti sciamanici per la visione e la comunicazione con il divino. Perfino l’ex ministro della cultura brasiliana, il cantautore Gilberto Gil, la definì “una birra allucinogena” che consiste un vero e proprio trip interiore, fatto di visioni e allucinazioni, anche se scientificamente non risulta essere propriamente una droga. L’effetto extrasensoriale della miscela è provocato dalla DMT, la Dimetiltriptamina, alcaloide presente in piante e funghi. Una sostanza che è presente anche naturalmente nel cervello umano, prodotta dalla ghiandola pineale e secreta spontaneamente, specie durante la fase REM del sonno. L’effetto allucinatorio della DMT varia soprattutto rispetto al suo uso: se fumata dura per pochi minuti, se bevuta può arrivare fino alle tre ore.
Curioso infatti è che proprio in Brasile, il luogo dove l’Ayahuasca è usata in quantità massicce in parecchi riti di dottrine sincretiste, venga perfino ritenuta un toccasana per curare alcolismo e tossicodipendenza, ma anche numerosi disturbi mentali come depressione, autismo e schizofrenia. Tanto che l’utilizzo è legalizzato dallo stato brasiliano per scopo religioso fin dal 1986 e nel 2008 sempre il ministro Gil ne ha avviato il processo di riconoscimento nei rituali religiosi come un patrimonio della cultura brasiliana. In un articolo del Daily Mail sul tema vengono comunque presi in esame diverse testimonianze provenienti proprio da chi ha fatto parte di sette religiose dedite all’uso di Ayahuasca. I racconti di familiari sconvolti di fronte a giovani vittime di deliri e relativi suicidi, come di ragazzi che hanno subito danni permanenti come la schizofrenia. Lo psichiatra Ronaldo Laranjeira, dell’Università di San Paolo, ritiene che l’Ayahuasca sia così pericolosa da dover essere vietata, anche a scapito della libertà religiosa: “Si tratta di un farmaco con effetti allucinogeni, che altera profondamente le sostanze chimiche del cervello di chi la consuma. Ricordiamoci che anche i bambini, secondo la legge la potrebbero prendere”.
In Italia dove ancora non si parla della diffusione della sostanza, la DMT è inserita nell’elenco delle sostanze stupefacenti. Ci sono però numerose sentenze della Cassazione, come scritto nelle pagine web delle news di Yahoo, dove si stabilisce che la sostanza non può essere paragonata alle altre droghe vietate nel nostro paese in quanto non “può considerarsi sostanza drogante poiché derivata in maniera naturale da piante presenti in natura nella foresta amazzonica e non prodotta da elaborazione o sintesi umana volta a potenziarne gli effetti”.