Crime

Emanuela Orlandi, l’audio inedito trasmesso da Chi l’ha visto: “Mi accompagnano in un paesino sperduto per Santa Marinella”

Si tratta di una telefonata arrivata il 5 luglio del 1983 a casa Orlandi. C’è una voce femminile, giovane, che dice: “Convitto Vittorio Emanuele II, st’altr’anno dovrei fare il terzo anno liceo scientifico”

di Alessandra De Vita

Un audio inedito con la voce di Emanuela Orlandi è stato trasmesso nel corso dell’ultima puntata di “Chi l’ha visto”, mercoledì sera. Si tratta di una telefonata arrivata il 5 luglio del 1983 a casa Orlandi da uno dei presunti rapitori ribattezzato l’Amerikano per via del suo accento straniero. L’americano pensava di interagire quella sera con Ercole Orlandi, il padre della 15enne scomparsa il 22 giugno di quello stesso anno, mentre usciva dalla scuola di musica nella Basilica di Sant’Apollinare. Ma a prendere la telefonata e a fare le veci del padre, troppo provato per poter parlare, fu lo zio di Emanuela Mario Meneguzzi.

“Siamo riusciti ad avere una parte inedita di quella telefonata”, ha esordito la conduttrice Federica Sciarelli e che quell’audio fosse inedito fino a stasera lo ha confermato il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ospite in studio. “Lo cercavo anche io, ne avevo letto la trascrizione ma non l’ho più risentito. Fa parte delle registrazioni che facevamo a casa, ci pensava il marito di mia sorella Natalina. Mi è sempre sembrato strano, fosse uscita sempre solo una parte”.

Ma cosa si sente dall’ascolto della telefonata registrata? Si tratta di tante registrazioni spezzettate. L’americano esordisce dicendo: “Ascolti bene abbiamo pochi momenti, questo essere della sua figliola”. Lo zio risponde: “Me la faccia sentire bene”. All’epoca, a detta di Pietro Orlandi, la telefonata era più disturbata, “Chi l’ha avuta, l’avrà ripulita”, ha detto, aggiungendo un dettaglio importante: “La voce è dello stesso che chiamò subito dopo e che denominiamo l’amerikano”. C’è una voce femminile, giovane, che dice: “Convitto Vittorio Emanuele II, st’altr’anno dovrei fare il terzo anno liceo scientifico”. Secondo Pietro “Sicuramente quella è la voce di mia sorella, questo non lo abbiamo mai messo in dubbio e anche per gli analisti del Sismi (che analizzarono un’altra cassetta), è così”. Emanuela Orlandi, prima di scomparire nel nulla quel 22 giugno del 1983, frequentava in effetti il liceo scientifico del Convitto Vittorio Emanuele II a Roma.

Ed è lei stessa a dire, in questo audio: “Dovrei fare il terzo liceo scientifico”. Si sente al minuto 3.45 un brano musicale. Poi una parola: “Di particolare…”, ma è sconnessa da tutto il resto. Non c’è una sola frase di senso compiuto. Si sente lo zio che invoca: “Mi faccia sentire meglio”. E ancora quella voce femminile, quasi sonnecchiante, che dice: “saranno sedici a gennaio” ovvero gli anni che Emanuela ha compiuto nel gennaio del 1984, quando la sua vita era già caduta in un tunnel senza fine. “Mi faccia una proposta”, chiede lo zio in questa telefonata di 41 anni fa ma niente. E poi di nuovo la voce di Emanuela, che dice, sempre con accento romanesco: “Mi verranno ad accompagna’ st’altr’anno in un paesino sperduto, per Santa Marinella”. Commenta Pietro: “Quando sentimmo questa frase mio zio disse che Emanuela andava spesso a Santa Marinella dove lui aveva una casa“. L’amerikano gli dice: “Cerchi di ascoltare bene, questa è la voce di sua figlia Emanuela?” “Me la faccia sentire meglio – risponde lo zio nelle veci del padre – mi faccia una proposta più completa”. Ma lui: “Parlato con la segreteria di Stato (del Vaticano, ndr)”, chiosa. E poi ancora: “Quindici…”. “Quindici cosa?”, chiede lo zio. Quindici anni, l’età che aveva la cittadina vaticana quando fu rapita. Prima di entrare nella scuola di Musica Ludovico da Victoria, il giorno della scomparsa, Emanuela Orlandi fu fermata da un uomo che le fece una proposta di lavoro: distribuire volantini durante una sfilata di moda, come raccontò alle sue compagne di classe e anche alla sorella a cui telefonò dalla cabina della stessa scuola.

Probabile che quell’uomo abbia registrato la sua voce quel giorno, simulando un colloquio? “Un ruolo quell’uomo deve averlo avuto per forza, ne parlò Emanuela stessa a mia sorella, quindi c’è stato”, sottolinea Pietro. Quando le è stata fatta offerta Emanuela non era sola: lo disse al magistrato Domenico Sica un’altra allieva della scuola di musica, Raffaella Monzi. Lei era insieme a una sua amica ma non si è mai capito chi fosse. La conduttrice Federica Sciarelli chiama anche in causa il programma televisivo Tandem a cui Emanuela partecipò il 20 maggio del 1983, neanche un mese prima della scomparsa. Qualcuno può aver registrato la sua voce in quell’occasione? Ancora domande che si aggiungono alle tante rimaste, dopo 41 anni, senza risposta.

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