Alex Marangon, il 26enne di Marcon (Venezia) trovato senza vita martedì scorso sul greto del Piave, nel comune di Crocetta del Montello, in provincia di Treviso, potrebbe aver ingerito una sostanza psicotropa prima di morire: si chiama ayahuasca ma per ora è solo un’ipotesi che verrà chiarita dagli esami tossicologici. Si tratta di un decotto a base di erbe amazzoniche in grado di dare visioni allucinogene che il ragazzo veneziano potrebbe aver consumato durante la cerimonia a cui ha partecipato la notte del 30 giugno, nell’Abbazia di Santa Bona, a Vidor. Sarebbe dovuto restare lì per due notti. “Ci vediamo domenica, mangiamo la pizza assieme” aveva detto ai genitori prima di andare via.
Le ultime ore di Alex
Per quanto ne sappiamo, Alex ha partecipato a un rito che prevede anche culti sciamanici ma sappiamo anche che tra le tre e le sei del mattino ha lasciato la cerimonia e da allora se ne sono perse le tracce. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato a quattro chilometri da Vidor, in località Ciano del Montello. A informare i genitori di Alex dell’allontanamento è stato uno degli organizzatori stessi dell’incontro. “Ci ha detto – ha raccontato la madre Sabrina ieri davanti alle telecamere di “Chi l’ha visto” – che mentre stavano suonando, in chiesa, ad un certo punto ha sentito Alex che diceva di voler uscire. Poi, è stato accompagnato fuori ma non si capisce bene da chi. Ad un certo punto, dicono che abbia iniziato a correre ma non si sa verso dove né se qualcuno lo abbia fermato. Poi è sparito e non lo hanno più visto, ma nessuno ha detto di aver provato a fermarlo”. I genitori di Alex erano a conoscenza del fatto che il figlio avrebbe partecipato a questa manifestazione organizzata da due musicisti.
L’ayahuasca
Soprannominata “liana dei morti”, l’ayahuasca consiste in un decotto di erbe amazzoniche che provoca visioni psichedeliche. Il ministero della Salute ne ha vietato l’utilizzo nel 2022, inserendola nella lista delle sostanze stupefacenti ed è stata bollata come droga illegale dopo una sentenza del 2023 del Tar del Lazio. Il suo consumo è accompagnato dall’esecuzione di musiche con ritmi e canti tribali che si dice possano guidare le visioni. Viene utilizzato dagli sciamani della foresta amazzonica come medicina ma anche in tutti i loro riti. L’uso della ayahuasca è molto comune soprattutto in due culti di origine sudamericana, il Santo Daime e l’União do Vegetal, che racchiudono sia credenze religiose delle civiltà pre-colombiane che i precetti del cristianesimo. Il Santo Daime, conosciuto nel nostro Paese con il nome di “Culto Eclettico della Fluente Luce Universale”, pare abbia alcuni gruppi di adepti anche nel Nordest.
La cerimonia
La kermesse era incentrata su rituali curativi e religiosi che mirano alla purificazione del corpo mediante l’assunzione e il rigetto di alcune sostanze. I genitori, di Alex, intervistati ieri nel corso della puntata, hanno raccontato di essere a conoscenza di un altro rituale che sarebbe stato compiuto durante la cerimonia: “Un’incisione su cui viene applicato il veleno di una rana dell’Amazzonia. Gli era stato anche detto che durante il culto le persone devono restare vigili e avere il controllo su quanto accade”. Perché, allora, nessuno ha fermato il ragazzo quando ha iniziato a correre? Alex soffriva di asma in forma grave e per questo aveva scelto di partecipare a quest’incontro, era alla ricerca di una cura alternativa per stare meglio. Le persone presenti al culto hanno poi chiamato i Carabinieri, all’alba. “Le persone che erano lì sono andate via – ha detto rammaricata sua madre – prima ancora che Alex venisse ritrovato. Quando siamo arrivati lì già la metà dei presenti erano andati via, forse ancora prima che arrivassero i carabinieri. Alex era andato a prendere altre tre persone per andare insieme a Vidor. Due di loro già le conosceva e avevano già partecipato a questi incontri. Come sono tornate a casa?”.
Gli abiti
Alcuni partecipanti avrebbero dichiarato che Alex quando si è allontanato correndo, fosse a torso nudo, in preda a una crisi. Altri che indossasse una t-shirt rossa che è stata ritrovata poi in un borsone. Sul luogo del ritrovamento del corpo, vicino al fiume, è stata ritrovata una tunica poi sequestrata dagli inquirenti. Attaccati alla tunica c’erano due capelli lunghi e ondulati che secondo la madre del ragazzo appartengono ad Alex. Il suo corpo è stato ritrovato incagliato in un isolotto nel greto del Piave. C’era sul suo fianco il segno di una ferita, probabilmente causata dal morso di un animale selvatico. L’ipotesi più probabile è che Alex abbia vagato nei boschi in uno stato di semi-incoscienza per poi cadere in acqua, forse dopo il morso dell’animale, e che il suo corpo sia stato trascinato dalle correnti per quattro chilometri circa.
L’appello
I genitori di Alex hanno voluto chiarire un aspetto importante della tragedia che li ha investiti: “In questi giorni è stato scritto sui giornali che nostro figlio era un adepto di sette sataniche ma questo non è vero. Lui non ha mai partecipato a eventi satanici, sono cose dette da persone estranee che neanche lo conoscevano”. E infine l’appello: “Chiediamo a chi ha partecipato a questa cerimonia: se hanno visto qualcosa, che parlino”. Domani, 5 luglio, è in programma l’autopsia del ragazzo con gli esami tossicologici per stabilire con certezza cosa abbia provocato la crisi improvvisa di Alex, la notte in cui ha perso la vita.