“L’ente organizzatore del concerto mi ha doppiamente discriminato perché non ho potuto scegliere dove stare come fanno tutti gli altri spettatori che acquistano un biglietto in aree diverse, con i relativi prezzi e anche perché mi è toccato pagare obbligatoriamente il biglietto con il prezzo più caro per il mio accompagnatore che nelle mie condizioni di persona non autosufficiente mi occorre necessariamente per l’assistenza”. A raccontarlo a ilfattoquotidiano.it è Marco Campanini, attivista per i diritti delle persone con disabilità.
“È la prima volta in tanti anni di concerti che mi succede una cosa del genere”, dice. “Mi sono sentito dire che come persona disabile potevo entrare gratis e poi invece al momento della prenotazione mi hanno chiesto quasi 100 euro pagando il posto per il mio accompagnatore personale. Non mi sembra – aggiunge Marco – una cosa corretta dato che senza l’assistente non posso andare al concerto. Quindi indirettamente è come se stessero facendo pagare me”.
Il concerto in questione è quello dei Toto, noto gruppo di musica rock e non solo formatosi negli anni ’70 in California, che ovviamente non sono responsabili della vicenda che ha coinvolto Campanini, autore di quattro libri sulla legislazione in materia di disabilità e politiche sociali. Si tratta di un altro caso di “cattiva gestione” in occasione di un evento musicale dal vivo ai danni di una persona con disabilità, dopo quello denunciato a ilfattoquotidiano.it da un’altra attivista, Sonia Veres, per il concerto dei Green Day a Milano.
Questa volta l’evento si terrà in provincia di Padova il 23 luglio all’Este Music Festival, presso il Castello Carrarese. Marco desiderava assistere al live dei Toto e ha seguito tutte le indicazioni fornite dal responsabile dello spettacolo musicale DuePuntiEventi, produttore e organizzatore di concerti e festival con artisti italiani e di fama internazionale. “Ho fatto richiesta di avere la possibilità di accredito-disabili e mi hanno risposto che per questioni di sicurezza potevo prendere solo il ticket per una Poltronissima Gold a 98,90 euro, al prezzo massimo”, spiega Campanini. A seguito di quanto indicato, ha risposto all’organizzazione per email che “se sono obbligati a posizionare i disabili in quella postazione per questioni di sicurezza, allora non mi sembra giusto che debbano essere i disabili a pagare il massimo per l’incapacità di organizzare l’evento”. Inoltre Marco spiega che “a me andava bene acquistare il biglietto ma avrei preferito stare in un’altra posizione, senza per forza dover spendere quella cifra così elevata, stando nel settore più economico in Poltrona che prevede un costo di 60 euro circa”.
Ilfattoquotidiano.it ha contattato l’ organizzatore per avere una replica, ma l’ente responsabile non ha rilasciato nessun commento in merito ai problemi evidenziati. Campanini ha deciso lo stesso di pagare quasi 100 euro per il biglietto destinato al suo assistente personale, ma ritiene che “in questo caso si sia stato totalmente disatteso il principio di parità di trattamento. È la prima volta che sono costretto a pagare un biglietto premium per l’accompagnatore anziché uno base o altri”.
D’altronde per una persona con disabilità grave (art. 3 comma 3 legge 104) che ha diritto all’accompagnamento, l’assistente personale non è un vezzo, ma una necessità, senza il quale sarebbe oggettivamente impossibile assistere allo spettacolo. “Se avessi voluto vedere il concerto da una posizione privilegiata l’avrei fatto senza problemi, avendo però libertà di scelta”, conclude Marco che attualmente è anche un volontario della International Human Rights Commission.