Stanno terminando i lunghi e belli giorni del Pride in Italia. Pride significa orgoglio. Orgoglio di rivendicare umanità, sensibilità, identità, diversità, uguaglianza, il proprio genere effettivo. Siamo persone di un’unica razza, quella umana, uguali e diversi allo stesso tempo. La differenza e l’originalità sono una grande ricchezza. Posso testimoniare che la lotta per i diritti civili e dell’uguaglianza di genere tra persone è quella che ha maggiormente riempito le piazze di ragazze e ragazzi durante il periodo in cui sono stato sindaco. Piazze libertarie. Onde umane cariche di energia, passione, bellezza dell’anima.

È anche però una delle lotte più tradite dalla politica e ultimamente più strumentalizzate. Le destre, soprattutto Lega e pezzi di Fratelli d’Italia, sono ancora intrise di una cultura omofoba, della superiorità della “razza italica”, della “normalità sessuale”, della famiglia “tradizionale” (ovviamente per gli altri spesso, ma non per loro stessi). Poi c’è il campo largo delle attuali opposizioni, molto efficaci e brave a fare comizi sui carri dei Pride, a parole molto costituzionalmente orientate; di fatto quando sinora hanno governato, seppur con parole diverse, nei fatti hanno fatto poco o nulla per i diritti civili, non sono nemmeno riusciti ad approvare disegni di legge da loro presentati quando avevano la maggioranza in Parlamento.

Eppure a Napoli, orgoglio di lotte e di vittorie che si rischiano di dimenticare quando debordante diviene l’occupazione partitica e la propaganda dei media controllati dalla partitocrazia, si sono affermati, quando ero sindaco, diritti civili costituzionali anche senza leggi. Perché ricordiamolo che nella piramide del diritto e delle norme la Costituzione è in cima. Siamo stati la prima città italiana a riconoscere formalmente e trascrivere i matrimoni celebrati all’estero tra persone dello stesso sesso. Prima città a dare riconoscimento giuridico con tanto di carta d’identità a bimbi nati da coppie dello stesso sesso: il primo fu Ruben, nato da due donne a Barcellona, a cui nessun sindaco voleva dare attestazione di esistenza in vita dal punto di vista giuridico e che non riusciva a rientrare in Italia. La prima casa di accoglienza per trans vittime di violenza, in una delle zone più belle di Napoli. Effettivo riconoscimento presso l’anagrafe del Comune, presso ospedali e istituti penitenziari della corrispondenza tra identità di genere e identità formale. Costituzione con la comunità Lgbtqia+ di luoghi in cui agire per realizzare le lotte per i diritti.

Le associazioni in lotta per i diritti civili hanno svolto un ruolo fondamentale, in sintonia con l’amministrazione comunale, per fare di Napoli una città all’avanguardia nei diritti civili in Italia e non solo. Purtroppo tutte queste lotte sono state avversate dai partiti più forti, anche da quelli che oggi cercano di occupare i Pride, che non solo nulla hanno fatto, ma hanno anche ostacolato le nostre lotte e i nostri provvedimenti, costringendoci per la loro inerzia legislativa anche a difenderci nei tribunali. Personalmente sono stato denunciato per aver attuato l’articolo 3 della Costituzione e garantito diritti civili. E al governo non c’era Meloni, dalla quale certo non mi aspetto l’attuazione profonda della Carta costituzionale.

Il Pride è energia, lotta, libertà, dignità, potenza, orgoglio. Il Pride è uno stupendo bagno di umanità e di umiltà, questo deve essere. Evitiamo che diventi l’ennesimo luogo italico occupato da partiti che a parole sono per la Costituzione, ma nei fatti sinora (ma si spera non più nel futuro) traditori e ipocriti. Non basta aver riscoperto Bella ciao per divenire persone politiche costituzionalmente orientate.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

La casa al Cairo di Regeni perquisita prima del rapimento. E in Aula il prof. Gervasio racconta gli ultimi contatti prima del sequestro – Video

next