Televisione

L’intervento del ministro Sangiuliano a Taormina va in onda su RaiUno ma ‘ripulito’ dai fischi e dalle contestazioni. Che cosa è accaduto?

L'azienda contattata da FqMagazine ha fornito la sua versione dei fatti: "Non si tratta di una produzione Rai". Usigrai: "Il Servizio Pubblico ancora una volta certifica il baratro in cui è finito il prodotto informativo"

di Giuseppe Candela
L’intervento del ministro Sangiuliano a Taormina va in onda su RaiUno ma ‘ripulito’ dai fischi e dalle contestazioni. Che cosa è accaduto?

“Colombo voleva raggiungere le Indie circumnavigando la Terra sulla base delle teorie di Galileo Galilei”, ha detto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano all’evento “Taobuk 2024“. Il fisico e astronomo però nacque a Pisa il 15 febbraio 1564, uno scivolone che ha suscitato ironie e polemiche. Sempre nel corso della quattordicesima edizione di “Taobuk 2024“, nella serata di gala condotta da Massimiliano Ossini e Antonella Ferrata, il titolare dell’importante dicastero ha dovuto fare i conti con una dura contestazione.

Sangiuliano è salito sul palco per premiare il Nobel Jon Fosse con il Taobuk Awards quando dalle tribune del teatro antico sono partiti i fischi degli spettatori, con l’inutile tentativo di Ossini di frenare il pubblico. Una scena ripetuta successivamente dopo un ringraziamento del Renato Schifani, Presidente della Regione Sicilia. La notizia nei giorni scorsi era stata rilanciata da Repubblica, La Stampa e da numerose testate locali.

L’evento, registrato lo scorso 22 giugno, è stato trasmesso mercoledì 3 luglio poco dopo la mezzanotte su Rai1 ma i fischi sono stati tagliati al montaggio e il pubblico della prima rete del servizio pubblico ha assistito solo al silenzio o agli applausi.

Come accennato, poco dopo Schifani era saluto sul palco per premiare il premio Oscar Paolo Sorrentino, i saluti di rito e il ringraziamento al Ministro Sangiuliano per avere presenziato all’evento: “Un saluto a tutte le autorità, ma in particolar modo al Ministro Gennaro Sangiuliano che ci onora della sua presenza, persona di grande cultura e di grande spessore. Mi onoro di ricevere la sua amicizia e la sua stima. Buon lavoro ministro, siamo con lei”.

La scena si ripete, nuovi fischi. “Scusate no, questo non è consentito“, interviene Antonella Ferrara e anche di questa contestazione non c’è traccia nella diretta trasmessa dalla Rai. L’azienda contattata da FqMagazine ha fornito la sua versione dei fatti: “Non si tratta di una produzione Rai ma di un programma di acquisto ‘chiuso’. La Rai lo ha acquistato dall’Associazione Taormina Book Festival e all’evento non erano presenti nostri mezzi. Il servizio pubblico in questi casi -spiegano da Viale Mazzini – fa solo un collaudo tecnico. L’azienda chiederà spiegazioni sull’accaduto per fare chiarezza”.

Tra le varie reazioni politiche, quella del capogruppo M5S in commissione di vigilanza Rai, Dario Carotenuto: “Ieri sera è andata in onda sulla Rai l’ennesima puntata del Minculpop meloniano. Protagonista a sua insaputa l’ineffabile Gennaro Sangiuliano, la cui performance al Taobuk di Taormina era stata condita da una contestazione con tanto di fischi scomparsi nel montaggio trasmesso dal servizio pubblico. Presenteremo un’interrogazione per capire le precise responsabilità di quanto accaduto. Anche se si tratta di un programma di acquisto chiuso e non di una produzione Rai, In ogni caso vogliamo che venga fatta luce in maniera dettagliata e al più presto, perché è inaccettabile che la TV pubblica sia degradata a organo di promozione del governo che censura le contestazioni. Domanda: ma se a Serena Bortone sono stati inflitti sei giorni di sospensione, per un episodio simile che sanzione dovrebbe ricevere il responsabile?”. A stretto giro, la nota Usigrai: “Con un comunicato stampa la Rai ancora una volta certifica il baratro in cui è finito il prodotto informativo del Servizio pubblico. Affidati in esterno, i contenuti che poi finiscono nei programmi informativi e nei tg della Rai non hanno alcun controllo editoriale da parte delle strutture giornalistiche. Per questo da anni chiediamo, inascoltati, di riportare dentro il perimetro Rai la produzione di immagini e dei prodotti di informazione. Se la “Più grande industria culturale del Paese” non è in grado nemmeno di verificare quello che manda in onda, chi dirige l’azienda deve trarne le conseguenze o mostrare di avere soluzioni in grado di rispondere alle legittime attese di cittadini e dipendenti. Gli uni e gli altri interessati alla credibilità della Rai; i primi perché pagano il canone e i secondi perchè ci lavorano a garanzia del prodotto che forniscono agli utenti”.

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