Incurante dell’allarme-ritardi rilanciato dalla stessa Regione Veneto durante l’approvazione del bilancio della società Infrastrutture Milano-Cortina 2026, il ministro leghista Matteo Salvini sale nel bellunese per rassicurare gli sportivi e i signori delle Olimpiadi. La pista da bob si farà e sarà bellissima. I lavori procedono e rispetteranno i tempi. Gli ambientalisti devono rassegnarsi, lui stesso li inviterà ad abbracciare i 10mila alberelli che saranno piantati per sostituire i 400 larici secolari abbattuti nel bosco di Ronco. Dopo aver fatto visita ai cantieri dell’Impresa Pizzarotti a Cortina e alle varianti Anas in corso di costruzione a Valle e Tai di Cadore, risponde ai giornalisti, glissando però su qualche domanda più specifica.

Si stanno rispettando i tempi della pista da bob, iniziati solo a febbraio, una rincorsa per ottenere la preomologazione tra appena otto mesi? “Assolutamente sì, anzi siamo qualche giorno in anticipo. Ho visto qualcosa che fino a 3-4 mesi fa era impensabile vedere, un lavoro grande e complesso, alla faccia di chi voleva scappare, voleva andare altrove e diceva che a Cortina non sarebbe stato fatto nulla e il Veneto non avrebbe avuto nulla”. Poi, con una punta di trionfalismo, aggiunge: “Cortina nel 2026 sarà all’attenzione del mondo, oltretutto con una tutela ambientale molto maggiore rispetto all’apertura dei cantieri, perché ci saranno migliaia di nuovi alberi e ci sarà un’infrastruttura che verrà utilizzata, porterà turismo, ricchezza e bellezza. Quindi è una scommessa per il momento vinta, alla faccia dei gufi, dei menagrami e dei disfattisti”. Parlare di un “piano B” con le gare da bob in Svizzera, in Austria o negli Usa, per Salvini è quasi una bestemmia: “C’è solo il piano A, le olimpiadi si chiamano Milano Cortina”.

Salvini ha confermato che la preparazione del ghiaccio sul modello lungo 15 metri a grandezza naturale iniziata da alcuni giorni ha funzionato. Poi ha dribblato le domande sulla sostenibilità. Non ha risposto a chi gli ha chiesto se saranno usati i fondi di confine (a disposizione di Belluno, Trento e Bolzano per i problemi della montagna) per pagare le spese di gestione di un milione e mezzo di euro all’anno per un impianto che sarà usato da pochi atleti: “Questo lo vediamo la prossima volta… Di sicuro non ci sarà più un tempio nel deserto. Abbiamo tutelato la storia (la pista “Eugenio Monti”, ndr), però siamo nel 2024, dopo il 2026 non ci sarà un buco in mezzo al bosco, ci sarà un’attività unica, il primo impianto di questo genere ecocompatibile, senza ammoniaca, a impatto zero. E non ci saranno debiti”.

A chi gli chiede di stimare percentualmente l’entità dei ritardi, Salvini risponde glissando: “Io voglio stimare che questi ritardi si annullino”. Su un altro punto non dà rassicurazione, l’avvio dei lavori della variante di Longarone indicati per marzo 2025, già comunque in ritardo. “Noi ci stiamo mettendo tutto l’impegno per superare gli ostacoli burocratici e a metterci i finanziamenti, poi ci sono le imprese, tecnici straordinari, ingegneri, architetti, manodopera. Quindi l’obiettivo è di confermare quanto previsto”. Eppure i ritardi per le strade dell’Anas sono sotto gli occhi di tutti, dovevano esser pronte per i Mondiali 2021 di Cortina. “Stiamo correndo come matti sia in Veneto che in Lombardia per recuperare questi ritardi, anche se nel Bellunese e in Valtellina ho trovato una situazione non particolarmente brillante”. Il ministro esclude futuri aumenti di costi, per opere che complessivamente supereranno i 3 miliardi e mezzo di euro. “Conto che venga mantenuta la spesa prevista all’origine”.

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Olimpiadi Milano-Cortina, ora anche la Regione Veneto è preoccupata per il “generale ritardo” nella realizzazione delle opere

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