Tommaso Giartosio - Autobiogrammatica (minimum fax) - 4/7
Tra grafici, versi di canzoni, scritte, scarabocchi, una prima parte (“Presa di parola”) ricostruisce la metodologia usata per scrivere l’autobiografia; poi nella seconda parte (“Abbecedario”) ecco il romanzo di formazione, la narrazione della vita dell’autore grazie alle parole (dialetto e gergo familiare, reiterazioni, deformazioni, frasi insensate) che l’hanno segnata, formata, costruita. Probabilità di vittoria: 5%
Incipit: “La pasta al forno con i peperoni era croccante quasi quanto la parola croccante, era untuosa come untuosa. Tu che leggi, pronuncia queste due parole a voce alta prima di proseguire, così sappiamo di cosa stiamo parlando. Fatto? Allora andiamo”.
Che significato ha per lei Autobiogrammatica?
“Oggi che tante e tanti lavorano con ottimi risultati sulla memoria privata, scrivendo autobiografie e memoir, l'”Autobiogrammatica” rappresenta il tentativo di fare un passo più in là. Ho cercato di raccontare l’io attraverso il rapporto con il linguaggio, che appartiene a tutti, e in cui tutti ritrovano qualcosa di sé”.
Perché scrive?
“Scrivo perché la scrittura è una risposta estetica che innesca domande etiche”.
Un romanzo che le ha sconvolto la vita (nel bene o nel male).
“I libri che più ho amato, come le “Favole al telefono” o “Il barone rampante”, sono quelli che ormai ho assimilato e superato. Il libro che mi sconvolge è quello che leggerò domani”.
Giartosio ha 61 anni ed è una sorta di colonna del mondo letterario italiano. Tra le mille pubblicazioni e attività nel settore ricordiamo la conduzione di Fahrenheit su Radio3 e la traduzione di Le memorie di Barry Lyndon (Fazi, 1996) scritto da William Thackeray, romanzo dal quale Kubrick trasse uno dei suoi capolavori cinematografici. Gertosio è sposato con Gianfranco Goretti e ha due figli nati da maternità surrogata.