Cronaca

Santanchè, richiesta di rinvio a giudizio per falso in bilancio: il “buco” nei conti Visibilia e i falsi crediti da 3,5 milioni

Come ampiamente previsto, dopo quella per l’ipotesi di truffa sulla Cassa Covid è arrivata anche la seconda richiesta di rinvio a giudizio per Daniela Santanchè, ministro del Turismo del governo Meloni e senatrice di Fratelli d’Italia. Questa volta la procura di Milano ipotizza il falso in bilancio per lei e altri 16 tra amministratori e sindaci tra i quali il compagno Dimitri Kunz, gli amministratori Fiorella Garnero (sorella della ministra), Massimo Cipriani e Davide Mantegazza insieme all’ex sindaco Massimo Gabelli.

Nel mirino ci sono i conti di Visibilia, il disastrato gruppo editoriale-pubblicitario fondato da Santanchè e da lei amministrato e presieduto sino al gennaio 2022, prima di dismettere cariche e quote con il passaggio alla Sif Italia, società del finanziere Luca Ruffino, poi suicidatosi ad agosto 2023. Il reato ipotizzato, secondo la procura diretta da Marcello Viola, è quello di aver truccato i conti del gruppo Visibilia per anni e anni: nel dettaglio dal 2016 al 2022 per Visibilia Editore, la Spa quotata in Borsa, dal 2016 al 2020 per Visibilia, la srl controllata oggi in liquidazione, e dal 2021 al 2022 per Visibilia editrice, altra srl del sistema.

Secondo l’ipotesi dell’accusa, la “corretta formazione dei bilanci avrebbe evidenziato una perdita del capitale sociale per Visibilia Editore Spa a far data dal bilancio 2016, per Visibilia Srl a far data dal bilancio 2014 e per Visibilia editrice Srl a far data dal bilancio 2021″. In sostanza, secondo l’accusa le aziende del gruppo avrebbero manipolato i conti per nascondere lo stato di decozione, che avrebbe richiesto ai soci di rifinanziarle o di mandarle in liquidazione. I pm di Milano hanno così sposato le relazioni dei consulenti dell’accusa che hanno descritto in decine di pagine di analisi gli stratagemmi contabili utilizzati per celare la crisi del sistema Visibilia.

Secondo l’analisi del consulente dell’accusa, il docente della Bocconi Nicola Pecchiari specialista in forensica contabile che il 2 novembre 2022 ha ricevuto l’incarico di consulenza tecnica sui conti di Visibilia dai pm di Milano Roberto Fontana e Maria Gravina, a falsare i bilanci del gruppo sarebbero stati 3 milioni e mezzo di euro di crediti falsi verso clienti per pubblicità inesistente che Visibilia Srl ha registrato nel bilancio 2016. Ricavi falsi che servivano a nascondere un gigantesco “buco” patrimoniale, in modo da evitare già 7 anni or sono all’attuale ministro del Turismo di dover mettere mano al portafoglio e ripianare il dissesto. Nella sua autodifesa in Senato, Santanchè il 5 luglio 2023 aveva invece detto che si sarebbe “aspettata un plauso” per aver messo il suo patrimonio personale a garanzia del ripiano dei debiti di Visibilia.

È dalla denuncia dei suoi soci di minoranza capitanati dal finanziere Giuseppe Zeno che ha preso le mosse l’indagine dei pm milanesi sui conti del disastrato gruppo editoriale-pubblicitario amministrato sino a fine 2021 dalla senatrice di Fratelli d’Italia. I falsi risalirebbero dunque a soli due anni dall’operazione con la quale nel 2014 Daniela Santanchè, con un’acquisizione inversa, conquistò una piccola società quotata di pubbliche relazioni, la Pms, apportando come propria quota valutata oltre 2 milioni le testate giornalistiche che sino a pochi mesi prima erano di Visibilia Srl. Dopo la perquisizione e sequestro dei libri contabili avvenuti il 9 novembre 2022, il 2 marzo 2023 il Nucleo di Polizia Economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano era tornato in Visibilia Srl per il sequestro delle carte sulle fatture da emettere e sulle note credito da ricevere dal 2014 al 2019 e l’informazione di garanzia sull’indagine penale. Informazione di garanzia che la ministra ha invece smentito di conoscere anche durante la sua autodifesa in Senato.

Visibilia Editore il 29 febbraio scorso è stata commissariata dalla Sezione imprese del Tribunale civile di Milano con l’amministrazione giudiziaria per Visibilia Editore. I giudici avevano accolto la richiesta dell’aggiunto Laura Pedio e del pm Marina Gravina e di un gruppo di soci di minoranza, col legale Antonio Piantadosi. I giudici (Simonetti-Marconi-Zana) avevano disposto la “revoca dall’incarico dell’attuale Consiglio di amministrazione della società Visibilia Editore spa” e nominato il professore e avvocato torinese Maurizio Irrera, come “amministratore giudiziario di Visibilia Editore spa per il periodo di sei mesi”. L’11 aprile era poi arrivato l’avviso di conclusione delle indagini per il filone dei falsi in bilancio di Visibilia Editore e Visibilia Srl, recapitato dai pm di Milano a Daniela Santanchè e agli altri 17 indagati, tra i quali il suo ex compagno Canio Mazzaro.

Si tratta della seconda richiesta di rinvio a giudizio per le vicenda di Visibilia. La prima tranche per truffa aggravata all’Inps sulla cassa integrazione nel periodo Covid vede imputati Santanchè, il suo compagno Dimitri Kunz, e due società tra le quali Visibilia Editore. L’udienza preliminare è fissata per il 9 ottobre a Milano.