Che l’ayahuasca sia stata l’origine del malore di Alex Marangon, il 26enne trovato morto martedì su un isolotto del Piave, lo stabiliranno l’autopsia e l’esame tossicologico nelle prossime settimane. Quello che è certo è che l’ayahuasca, un decotto psichedelico naturale che gli sciamani ricavano da una liana, è una vera e propria droga. Lo sostiene il ministero della Salute che, con un provvedimento confermato dal Tar del Lazio nel 2022, ne ha vietato l’utilizzo in Italia inserendola nella lista delle sostanze psicotrope e stupefacenti.

Il raduno – Alla base del raduno a Vidor, quello da cui si era allontanato Marangon facendo perdere le sue tracce, ci sarebbe stata proprio l’assunzione della sostanza psicotropa, bandita, secondo la legge italiana, da qualsiasi raduno o ritrovo. A quanto racconta questa mattina La Repubblica, lo avrebbero confermato gli altri partecipanti: tutti avrebbero fatto uso di ayahuasca prima di prendere parte al raduno musical-religioso. Il corpo del giovane è stato ritrovato a 4 chilometri dall’abbazia di Vidor al terzo giorno di ricerche e l’esame tossicologico chiarirà quello che, date le dichiarazioni, appare più che probabile.

Gli effetti dell’ayahuasca – L’ayahuasca, lo spiega il colonnello della Direzione centrale antidroga (Dcsa) Leotta sempre a Repubblica, “è entrata nella tabella delle sostanze psicotrope solo nel febbraio 2022 con un decreto del ministero della Salute. Negli anni abbiamo fatto piccoli sequestri, ma davvero poca roba. L’Italia non è un Paese dove si consumano molti allucinogeni, il consumo nelle piazze è di cocaina e cannabis. Ma l’ayahuasca resta una sostanza dai noti effetti allucinogeni e non la si incontra per caso. Chi la consuma va incontro ai rischi di una percezione decisamente alterata della realtà. Con tutto quello che ne consegue”. Un investigatore della stessa Dcsa, infatti, dice che “oggi moltissimi ragazzi sottovalutano gli effetti delle sostanze allucinogene che modificano la percezione della realtà”.

Pseudo-sciamani – Non solo, le sostanze che girano in questi raduni pseudo-religiosi sono, probabilmente, non di origine naturale e molto lontani dalla sostanza utilizzata in Sudamerica dagli sciamani della foresta amazzonica come medicina o in riti di tradizione millenaria. Lo ritroviamo nel glossario delle sostanze psicotrope della Dcsa da più di dieci anni, ma non si può dire che in Italia sia molto diffusa. Allo stesso modo, è da escludere che ci siano sciamami esperti di sostanze allucinogene o di viaggi di conoscenza spirituale. Alex Marangon potrebbe essersi imbattuto, come tutti gli altri partecipanti al raduno di sabato notte, in sciamani improvvisati e sedicenti esperti, incapaci di controllare gli effetti dell’ayahuasca.

Gli esperti – In Italia, come in tutta Europa, la comunità scientifica si sta interessando a sostanze di questo tipo. E’ nata di recente Simepso, la prima società dedicata alla ricerca, sviluppo e applicazione della medicina psichedelica, fondata da psichiatri e psicoterapeuti. «Mi sono interessato dell’uso della ayahuasca – ha detto a La Repubblica Mauro D’Alonzo, psichiatra e direttore di Simepso – andando in Amazzonia nelle comunità indigene dove viene utilizzata e preparata la sostanza, a base di liana e di una foglia”. La ayahuasca viene somministrata in queste culture fin da bambini dallo sciamano che ne conosce gli effetti e sa chi e come la può prendere. Il filosofo Paolo Pecere, viaggiatore, esperto di saperi ecologici e autore del libro Il senso della Terra, edito da Sellerio e con un capitolo dedicato proprio all’ayahuasca, spiega che queste “Sono piante considerate sacre, usate come medicinali per curare mali fisici e psicologici“. E’, continua Pecere, “una pianta forte che può causare vomito ed enfatizza le emozioni, contribuisce a rompere dei blocchi emotivi e viene utilizzate anche per approfondire delle sfere di conoscenza. Ovviamente bisogna saperla utilizzare perché può avere effetti benefici, ma anche negativi”. Non solo: “Una cerimonia di ayahuasca avviene in una comunità che la condivide e guidata dallo sciamano. Bisogna farle con cura, intervistando ogni partecipante per assicurarsi del suo stato di salute fisico ed emotivo, altrimenti si rischia che la persona venga sopraffatta dallo stato d’animo e abbia uno scompenso emotivo”. Vietato, sembra, anche allontanarsi da soli dai raduni, come sembra abbia fatto Marangon sabato notte a Vidor.

In Italia, dopo il divieto del 2022, tre associazioni che usano questo decotto nei loro riti, la Chiesa italiana del culto eclettico della fluente luce universale, la Chiesa del Santo Daime e Natura maestra, hanno presentato ricorso ai giudici amministrativi. I ricorsi sono stati respinti, tuttavia, per Pacere, il divieto dell’ayahuasca non risolve il problema del suo utilizzo improprio. Secondo il filosofo, non solo c’è interesse nei confronti di questa sostanza, ma le persone sono sempre più informate sui possibili effetti positivi. “Più si conosce e meno si rischia”, e aggiunge: “Se fosse legale si potrebbe non solo controllare a chi viene affidata, ma soprattutto ci sarebbe una cultura di queste sostanze, come avviene sempre di più in Europa e come dimostra la recente nascita di Simepsi”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Uccide il fratello, lo decapita e getta la testa del balcone: fermato 59enne in provincia di Benevento

next
Articolo Successivo

Spari contro la ex dall’auto a Roma: muore sul colpo la fisioterapista Manuela Petrangeli. L’uomo si costituisce e consegna l’arma

next