Con una petizione sottoscritta da 300 cittadini, alcuni parrocchiani di Santa Maria del Sile e Sant’Angelo di Treviso hanno chiesto al vescovo Michele Tomasi la sostituzione di don Giovanni Kirschner. Le ragioni sono efficacemente chiarite dal testo della petizione “La disponibilità che ha il parroco all’accoglienza solo di alcuni ultimi, e la non considerazione della parrocchia a lui assegnata, ci fa pensare che il suo posto e la sua vocazione siano altrove. Dovrebbe rendersi disponibile ad andare ad aiutare queste persone nei loro paesi di origine, esprimendo così al meglio la sua vocazione di buon samaritano. Tanti parrocchiani ritengono che il suo operato sia più utile in qualche missione in Africa“. E aggiungono anche un ultimatum: “Siamo certi che darà seguito entro 15 giorni alla nostra urgentissima richiesta”.

La petizione- La polemica contro l’operato di Don Kirschner era scoppiata quando il parroco aveva ospitato in Chiesa, accanto all’altare, sei persone senza dimora: già allora era stata annunciata la sottoscrizione di una petizione. “Non c’è nulla di nuovo”, commenta Kirschner. Non è la prima contestazione sollevata contro il parroco, ma rischia di essere quella definitiva. Il Gazzettino riporta parte del messaggio dei parrocchiani diretto al vescovo Tomasi. “Vogliamo far capire tutto il nostro rammarico e delusione per questo parroco. Riteniamo che non sia per niente adatto a gestire strutture, famiglie e persone che hanno bisogno di cure e sostegno, anche morale, nelle diverse fasi della vita”, scrivono i parrocchiani. E aggiungono: “In questi anni ci ha dimostrato più e più volte che per lui siamo un peso e non degni delle sue attenzioni. Diversamente, ritiene che siano degni di considerazioni solo i disagiati di sua discrezione, senza rendersi conto che non li sta aiutando in un percorso di inserimento sociale, in quanto la comunità li vede soli, abbandonati a loro stessi, senza regole e dignità. Non è il modo corretto di aiutare le persone”. “Ci auguriamo che venga assegnato un parroco capace di integrarsi e di ricreare la comunità che si è disgregata – concludono – che sappia gestire bilanci e strutture. Ma soprattutto considerare tutti i parrocchiani delle persone che hanno bisogno di appoggio e di una guida spirituale”.

La difesa del parroco – Non mancano le persone venute a sostegno di Don Giovanni e del suo operato. Il gruppo de “La notte dei senza dimora” si è schierata a favore di Kirshner bollando la petizione come “arrogante e frutto di persone lontane da ogni percorso voluto da una Chiesa attenta agli ultimi”. Tra i sostenitori, il parroco di San Bartolomeo don Francesco Filiputti che scrive: “Don Giovanni, come tutti noi, chiamati a fare il “mestiere” bellissimo e immeritato del prete nella forma straordinaria del parroco, ha i suoi limiti, arriva dove può. Pure Gesù non è stato capace di rispondere a tutte le urgenze del tempo – continua – forse potrebbe fare di più. Pure io potrei fare di più. Chi non potrebbe? Ma ciò di cui sono sicuro è che non si risparmia. Vive nella semplicità. Ama Gesù e altrettanto la gente”. Conclude rivolgendosi direttamente ai parrocchiani firmatari: “A modo suo, certo, ma ama pure te che hai scritto o firmato”.

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