Il derby italiano andato in scena sul campo centrale di Wimbledon al secondo turno ha dato due certezze: la prima è che l’incrocio è avvenuto troppo presto, la seconda è che Matteo Berrettini è tornato ad alti livelli. Il match ha visto vincere Jannik Sinner: il numero 1 al mondo ha dimostrato ancora una volta perché è in vetta al ranking mondiale. Ma è anche consapevole di aver superato un ostacolo durissimo: quello rappresentato da un amico, che però a Wimbledon è anche un avversario difficilissimo da superare.

Il tabellone degli italiani: chi è rimasto in gara e quando gioca

Parole al miele, d’altro canto, quelle di Sinner per Berrettini dopo la partita: “Tutti e due ci aspettavamo già prima un livello alto. È bello rivederlo giocare a questi livelli: abbiamo iniziato la partita con un sorriso, abbiamo finito più o meno allo stesso modo”. “È stata una partita dura – ha raccontato – Abbiamo giocato entrambi bene, lui ha servito davvero bene. Ho fatto qualche errore all’inizio del terzo set e la sua fiducia è cresciuta. Ma è stata un’ottima partita, sono felice di averla vinta in 4 set”. Sinner sottolinea appunto il rammarico per questo scontro fratricida già al secondo turno di uno slam: “Sapevo che avrei dovuto alzare la mia qualità e meno male che ci sono riuscito. Per come è andata, il livello è stato ben più alto di un secondo turno. Ma i sorteggi non li possiamo controllare”.

Rammarico, ma anche consapevolezza, nelle dichiarazioni rilasciate da Berrettini dopo la sconfitta: “Mi sono divertito, mi sentivo fiero di stare giocando contro il numero 1 del mondo, sul Centrale di Wimbledon, con milioni di italiani che ci guardavano. È una di quelle partite che tra 20 anni ricorderò con un sorriso”. Ora certamente i sentimenti sono contrastanti per il tennista romano: “Il livello c’è, qualcosa che ho sempre creduto ma che ora ho dimostrato. Sono felice di aver potuto pensare solo al match, non agli infortuni o al mio corpo. Sono orgoglioso di me stesso, ma anche triste per il risultato”. “In alcuni frangenti sono stato anche migliore, e questa è una cosa super positiva“: Berrettini pare essersi reso conto di poter tornare ai livelli ai quali aveva abituato, arrivando fino alla finale di Wimbledon. “Considerando l’anno da cui arrivo, questa non la considero una vittoria, però è un tassello positivo: voglio giocare partite così”. Un tassello sul quale porre le basi della risalita: “Da ora ai prossimi slam ci sarà da divertirsi”, promette Berrettini.

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Sinner-Berrettini, che spettacolo e che peccato: a Wimbledon una prova di forza del tennis italiano

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