Più che un’idea. Anzi, ora è proprio un’attesa. Il Milan ha lavorato in segreto per arrivare ad Alvaro Morata, e ora è lo spagnolo a dover dare una risposta. Con l’Italia che tenta e l’Arabia, invece, che lui stesso allontana: niente petrodollari, meglio l’euro per l’attaccante che ha già detto di voler lasciare Madrid se dovesse essere una seconda scelta. Come in effetti ora sembra. Ed è una cosa che già fa strano, perché negli ultimi due anni Morata sembra aver vissuto una seconda giovinezza in Liga: 13 gol nel 2022/2023, 15 nella scorsa stagione. Così tanto aveva segnato solo quando giocava nel Real Madrid, stagione 2016/2017, quando aveva 24 anni ed era reduce dalla sua prima esperienza alla Juventus.

Proprio la Juventus in questi giorni è stata oggetto di un colloquio con l’attaccante, che si è proposto per riavvicinarsi a quella che lui considera la seconda casa, Torino. Giuntoli ha detto no, ma Milano alla fine non è poi così lontana. Così i rossoneri si sono attivati e stanno ora considerando seriamente se pagare i 13 milioni di euro di clausola per aggiudicarsi un giocatore esperto, che conosce il campionato e che, soprattutto, ha costi di molto inferiori rispetto a Zirkzee o Dovbyk. Attenzione: non vuol dire che il Milan non ci proverà comunque per questi ultimi due. Ma intanto la società vorrebbe regalare subito un rinforzo importante a Fonseca, che arriva sabato a Milano ed è pronto a cominciare la sua nuova avventura in Serie A.

Pronto come Morata. E pensare che quella rossonera poteva già essere la sua maglia, ben sette anni fa. Era appena terminata la finale di Cardiff: sollevava la Champions vinta dal suo Real contro la… “sua” Juventus. A fine partita aveva dichiarato il suo amore per i piemontesi, affrontati da avversari in quell’occasione, ma intanto l’allora direttore sportivo del Milan, Mirabelli, si era fatto avanti e in un hotel di Madrid aveva parlato con gli agenti del giocatore. “Ti diamo la 9”, gli aveva detto. “Sarai il nostro titolare”. Alla fine non se ne fece nulla, arrivarono Kalinic e André Silva e Morata si trasferì al Chelsea. Erano stati vicini ma non abbastanza. Forse, non così vicini come lo sono ora.

Sette anni fa, come sette le volte che lo spagnolo ha affrontato il Milan in carriera. Ora ci pensa seriamente, pur sentendosi sempre molto attaccato all’Atletico, la squadra che tifa la sua famiglia. Per ora lui pensa solo alla Spagna e al suo Europeo, di cui è capitano. Ma la tentazione è forte. E il Milan aspetta.

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