L’evoluzione dell’automotive analizzata da un’altra prospettiva, cercando di offrire una spiegazione razionale e delineando gli scenari possibili di medio e lungo termine. È stato questo l’oggetto del dibattito alla terza edizione di “Automotive & Mobility Evolution“, evento organizzato da BIP, multinazionale di consulenza, attraverso la propria Area di Business ‘Industrial, Mobility & Automotive’.
A confrontarsi tanti personaggi, tutti legati in maniera profonda con l’universo della mobilità, sia direttamente che indirettamente:
A fare gli onori di casa, Andrea Ingallinera, Partner e Global Head Divisione Industrial, Mobility & Automotive BIP e Fabrizio Arena, partner BIP Industrial, Mobility & Automotive. A prendere parte al dibattito, invece Andrea Bartolomeo, Country Manager MG e Vice President Saic Motor Italia; Andrea Cardinali, General Manager Unrae; Alessandro Grosso, Vice President Sales & Car Flow – Italy Stellantis, Gianluca Italia, CEO Mocautogroup (Intergea Group), Fabrizio Longo, Brand Director AUDI Italia e Massimiliano Maini, CEO SIXT.

In un mercato italiano comunque in ripresa (+15% a giugno) ma dove le immatricolazioni di auto elettriche raggiungono solo il 3% di quota (nonostante a giugno abbiano toccato l’8,3% grazie agli incentivi), rispetto al 12% della media UE, i prezzi delle vetture sono cresciuti dal 2019 mediamente del 34%. Questo significa che i consumatori vedono diminuire vertiginosamente il proprio potere d’acquisto (senza contare inflazione e tassi di interesse crescenti) e preferiscono orientarsi verso servizi di mobilità condivisa o di noleggio a lungo o breve termine.

Un disallineamento, quello tra offerta e domanda di mercato, che ha certamente rallentato il tasso di rotazione del parco circolante (sempre più vetusto), reindirizzando quota parte della domanda verso l’usato (cresciuto in maniera significativa post covid) e come detto lo stesso noleggio, soprattutto a lungo termine, che rappresenta ormai il 24% dei volumi complessivi di immatricolazioni, con una quota a privati in crescita al 14%, ed un orientamento verso i prodotti elettrici superiore del 5% rispetto alla media di mercato (14% vs 9%).
Dato confermato dagli stessi numeri del noleggio a breve termine, tornato in crescita dopo il calo dovuto al Covid-19, con un raddoppio della quota di mercato nel 2024 rispetto al 2023.

Ma quello che più preoccupa è l’evoluzione della filiera. Se nel 2007 oltre il 30% dei veicoli a livello globale era prodotto in in Europa con la Cina al 13%, oggi il panorama si è completamente ribaltato. Con la Cina che ha raggiunto il 32% di quota produttiva e l’Europa scesa al 19%.
In Italia, in particolare, l’intera filiera Automotive impiega oltre 200.000 lavoratori, rappresentando il 5,6% del PIL nazionale e 47 miliardi di euro di export, valori che salgono al 19% del PIL e 1,3 milioni di addetti se si considera l’intera filiera della mobilità, in grado di generare inoltre circa 76 miliardi di euro l’anno di gettito fiscale. Numeri questi che si possono tradurre in un’unica morale: il mercato italiano, in particolare quello elettrico può essere “salvato” solo dagli incentivi.

“Il mercato automobilistico sta attraversando una fase di trasformazione senza precedenti – ha spiegato commenta Andrea Ingallinera -. Con la lenta ripresa post-pandemia, l’aumento delle immatricolazioni di veicoli elettrici e ibridi e la crescita del settore del noleggio, ci troviamo di fronte a un cambiamento strutturale significativo. In una fase cruciale come questa, il nostro obiettivo è quello di fornire soluzioni innovative che permettano di affrontare le sfide attuali e di cogliere le opportunità future, contribuendo al successo e alla sostenibilità a lungo termine dell’industria automobilistica”.

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