La Gran Bretagna ha definitivamente respinto i Tories. Per la prima volta in 14 anni, il centro sinistra torna al governo.

Il risultato elettorale di ieri è stato storico per il Regno Unito. Il Partito Conservatore, solitamente riconosciuto come “il partito del governo”, non sembra più in grado di tenere questo titolo. Con ancora due risultati da dichiarare (al momento in cui scrivo, nda), i conservatori hanno perso 250 seggi in Parlamento e si mantengono all’opposizione con appena 131 seggi. I conservatori hanno ottenuto circa il 24%, la quota di voti più bassa della storia moderna. Sir Keir Starmer è il nuovo Primo Ministro del Regno Unito e governerà con una maggioranza di 174 seggi.

Le parole di Starmer durante la campagna elettorale, secondo cui i piromani (i conservatori, nda) non potevano ricevere di nuovo la scatola di fiammiferi, sono state un avvertimento che l’opinione pubblica britannica ha preso sul serio. La fiducia nel partito conservatore è evaporata. Molti dei loro parlamentari di alto livello, da Grant Shapps a Jacob Rees-Mogg, fino a Penny Mordaunt e all’ex Primo Ministro Liz Truss, hanno tutti perso il loro seggio. Questi risultati dimostrano chiaramente come l’opinione pubblica britannica abbia punito i conservatori per quattordici anni di governo caotico che hanno portato il Paese al declino. Rishi Sunak ha certamente tentato di presentarsi come una tabula rasa del disastroso governo di Liz Truss e dello scandaloso governo di Boris Johnson, ma non è stato sufficiente. Con molti seggi ex conservatori nelle regioni del sud-est di Londra, note come “Blue Wall”, che sono passati principalmente ai laburisti, la loro presa sul potere è venuta meno.

Ma la decimazione dei conservatori in queste elezioni ha più a che fare con l’ampiezza delle divisioni a destra che con qualsiasi altra cosa. Negli ultimi anni di governo, i conservatori si sono spostati sempre più a destra, culminando con il piano di mettere tutti i richiedenti asilo entrati “illegalmente” nel Paese su voli per il Ruanda, dove erano a rischio di respingimento. Ora il Reform Uk, il partito di estrema destra di Nigel Farage, è arrivato terzo nel voto pubblico e ha ottenuto quattro deputati, tra cui lo stesso Farage. L’ascesa di Reform, spesso accusato di aver fatto perdere seggi ai conservatori dividendo i voti, è molto preoccupante. L’Economist lo definisce “il dilemma regressivo”, un fenomeno che descrive le divisioni a destra che impediscono al partito più moderato di prendere il potere. Tuttavia, in diversi seggi che hanno votato per Boris Johnson nel 2019, come nella regione di Sunderland, Reform Uk e non i conservatori sono il secondo partito. Questo dato è indice di una più ampia preoccupazione per l’ascesa della politica di estrema destra nel Regno Unito e significa che il Labour di Keir Starmer ha un’enorme responsabilità sulle spalle per garantire che la sua quota di voti si riduca.

Anche in Scozia i risultati indicano un rifiuto dei partiti che hanno detenuto il potere nell’ultimo decennio. I nazionalisti scozzesi, che un tempo avevano più di 40 seggi in Scozia, ora sono scesi a soli 9 seggi e senza la loro ex popolare leader Nicola Sturgeon, la cui carriera politica si è conclusa con l’indagine del marito per frode, sono una forza esaurita. Il Labour, che un tempo dominava notoriamente la Scozia, ha ora conquistato 37 seggi. Il ritorno del dominio laburista in Scozia è importante nel determinare la direzione futura del partito in generale. Con il sostegno di così tanti elettori scozzesi, il partito potrebbe non aver bisogno di fare appello a tanti elettori conservatori in Inghilterra come ha fatto in queste elezioni generali.

Il Labour ha ottenuto una vittoria schiacciante, ma la fiducia dei cittadini sarà determinata dal lavoro che Starmer inizierà ora. Nel suo discorso al numero 10 di Downing Street, Starmer ha detto che ora è la “fine dell’era dello spettacolo” in politica. Il suo governo “camminerà con più leggerezza” nella vita delle persone.

L’abbandono del governo dottrinale e l’adozione del pragmatismo da parte di Starmer ha funzionato in queste elezioni, e ha funzionato bene. L’affluenza alle urne in queste elezioni generali è stata bassa, al 59.8%. Ciò significa che molti elettori che altrimenti avrebbero votato conservatore hanno deciso di non farlo. Allo stesso modo, le tensioni legate alla guerra di Israele-Gaza hanno privato il Labour di uno dei suoi più importanti deputati a Leicester, Jonathan Ashworth, e di Thangam Debbonaire a Bristol. Lo stesso Starmer ha perso quasi 7mila voti contro un deputato indipendente che lo contestava sulla guerra di Israele-Gaza. Ciò dimostra che il Labour non può compiacersi del sostegno ottenuto. Ma Keir Starmer è tutt’altro che compiacente. L’impegno di Starmer, fin dal primo giorno della sua elezione, per conquistare il potere e ridare vitalità al Paese, pone il Labour su una buona strada. Starmer diventa premier in un mondo in cui l’estrema destra è in ascesa, si combattono grandi guerre e la crescita economica rimane bassa.

In queste elezioni, il Labour ha cavalcato la scia dei britannici che riconoscono che i conservatori sono stati responsabili di 14 anni di declino. Ora il Labour deve dimostrare che è valsa la pena votarli. Ma con questa maggioranza schiacciante e un uomo con una carriera impressionante come Primo Ministro, non dovrebbe essere troppo difficile.

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