“Four more years!“. Joe Biden e Kamala Harris lo scandiscono insieme promettendo un nuovo mandato, mentre salutano la folla dal balcone della Casa Bianca prima e dopo i fuochi d’artificio per la festa del 4 luglio, il giorno dell’indipendenza. Almeno a parole, il presidente Usa assicura di non volersi ritirare dalla corsa per le elezioni di novembre, nonostante i dubbi sulla sua lucidità deflagrati dopo la disastrosa performance nel duello tv con lo sfidante Donald Trump, in cui ha perso più volte il filo del discorso apparendo confuso e disorientato. “Non ho intenzione di andarmene, potete contare su di me”, ha detto durante la cerimonia, in risposta a un fan che gli gridava: “Continua a lottare, abbiamo bisogno di te”. E anche prima, incontrando i governatori democratici – che ieri gli hanno rinnovato la loro fiducia – ha confermato di voler andare avanti, anche se, riferisce il New York Times, ha ammesso di aver bisogno di dormire di più e lavorare meno ore, anche riducendo gli eventi serali dopo le 20.
Nel frattempo però i finanziatori della sua corsa iniziano a sfilarsi in modo piuttosto rumoroso. Ancora il Nyt ha dato conto di una mail eloquente di Abigail E. Disney, cineasta erede del patrimonio di Walt Disney e tra i più importanti donatori al partito: i comitati che la sostengono la campagna dem, ha scritto, “non riceveranno un altro centesimo da me fino a quando non stringeranno i denti e sostituiranno Biden”. Il presidente uscente, ha aggiunto, “è un brav’uomo che ha servito bene il suo Paese, ma la posta in gioco è troppo alta per consentire alla timidezza di determinare la nostra linea di condotta”. Mentre un altro gruppo di sostenitori vuol raccogliere fino a cento milioni di dollari da stanziare in una sorta di fondo di garanzia, chiamato Next Generation Pac, che verrebbe utilizzato per sostenere un candidato alternativo: a guidare l’iniziativa il miliardario delle criptovalute Mike Novogratz e il regista hollywoodiano Andrew Jarecki.
Non solo: i sostenitori finanziari stanno incoraggiando i dirigenti eletti a tutti i livelli a fare pressione in pubblico su Biden affinché si ritiri, promettendo donazioni a coloro che lo faranno. E tra i potenziali sostituti il nome più convincente è quello della vicepresidente Kamala Harris, che si sta già muovendo per sondare il terreno: persone a lei vicine hanno contattato influenti leader aziendali per valutare come potrebbe procedere per costruire la sua base di donatori. Tra i suoi sostenitori Raymond J. McGuire, presidente della società finanziaria Lazard, che l’ha definita “particolarmente capace di unire la nazione superando ogni divisione”. In caso di ritiro di Biden, peraltro, Harris sarebbe l’unica a poter utilizzare legittimamente i 240 milioni di dollari già raccolti e ereditare l’infrastruttura della campagna in tutti gli Stati.