Dal celebre economista Thomas Piketty e dalla collega (e moglie) Julia Cagé, arriva un assist per il Nuovo Fronte Popolare (NFP), l’alleanza di sinistra francese che si contrapporrà all’estrema destra di Marine Le Pen nel ballottaggio di domenica prossima. Tra gli attacchi più frequenti rivolti alla coalizione di sinistra c’è stato quello di avere un programma economico incompatibile con la stabilità dei conti pubblici francesi, già in difficoltà con deficit ben al di sopra dei vincoli europei.
Secondo i due economisti però, questa accusa è infondata. Come si legge nel loro intervento sul quotidiano inglese Guardian le riforme del programma del Nfp mirano a rafforzare il potere d’acquisto delle persone più povere povere e della classe medio-bassa. Includono un aumento sostanziale del salario minimo, stipendi indicizzati ai prezzi e pasti scolastici gratuiti. Ancora più importante, l’Nfp vuole dare priorità agli investimenti, rafforzando la spesa pubblica per le infrastrutture, in tutto il paese, comprese le aree rurali isolate, nonché per la sanità, l’istruzione e la ricerca. Secondo Piketty e Cagé questo è l’unico modo coerente per pianificare il futuro ed aumentare la produttività del lavoro che dal 2019, con le politiche di Macron, è invece diminuita del 5%.
I due economisti scrivono che si cerca di spaventare gli elettori di sinistra e di centro-sinistra sostenendo che si tratterebbe di interventi pericolosi per l’economia francese. “Si sbagliano”, aggiungono. “Non stiamo dicendo che questo programma sia perfetto: come potrebbe esserlo, dato che Macron ha concesso solo tre settimane per organizzare le elezioni? Ma nel contesto storico, dovrebbe essere considerato un insieme pragmatico e socialdemocratico di proposte volte a ridurre le disuguaglianze e a preparare il futuro. Non c’è nulla di radicale”.
Il programma economico dell’Nfp è stato pubblicato il mese scorso, compresi i costi delle varie misure. Nel complesso è un piano equilibrato dal punto di vista del bilancio: gli investimenti per la crescita e la produttività, così come nella transizione energetica, potrebbero essere finanziati da una tassazione progressiva della ricchezza, con l’introduzione di una exit tax (imposta per le aziende che trasferiscono la produzione all’estero, ndr), una tassazione efficace delle aziende multinazionali ed un contrasto al dumping sociale, fiscale e ambientale. Questo programma darebbe anche più potere ai lavoratori all’interno delle aziende migliorandone la governance (ad esempio, riservando un terzo dei posti nei consigli di amministrazione delle aziende ai rappresentanti dei dipendenti, seguendo disposizioni simili che esistono da decenni nei paesi nordici e in Germania).
Questi piani, rimarcano Cagé e Piketty sul Guardian, sono l’esatto opposto del percorso adottato da Emmanuel Macron. Il suo programma ha esacerbato le disparità di reddito e di ricchezza senza benefici per occupazione e crescita economica. Il programma del Nuovo Fronte Popolare consentirà invece alla sinistra di provare a riconquistare voti nelle aree rurali e nelle città più piccole, dove la gente si è gradualmente spostata verso l’estrema destra.
Secondo i due economisti una vittoria dell’estrema destra sarebbe una grave minaccia al nostro contratto sociale e alle nostre libertà. Si tratta infatti di politiche che discriminano gli stranieri, i migranti, le donne e le minoranze. Inoltre poiché non ha una piattaforma economica credibile , l’estrema destra tornerà all’unica cosa che conosce: l’esacerbazione delle tensioni e la politica dell’odio.