La Procura di Roma ha chiesto di acquisire il girato integrale della videoinchiesta di Fanpage sull’antisemitismo e il razzismo in Gioventù nazionale, l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia. La testata online scrive che la Digos, su delega dell’Autorità giudiziaria, ha chiesto a Fanpage.it i “video girati in tutto l’arco temporale in cui si è svolta l’inchiesta giornalistica undercover“, riferiti a Gioventù Meloniana, “senza tagli e oscuramenti”. Il tutto nell’ambito di un procedimento a modello 45, senza indagati né ipotesi di reato, per verificare l’eventuale esistenza di profili penali. “Non è ancora chiaro il perimetro in cui si inserisce questa richiesta e quali siano le ipotesi di reato formulate dalla Procura di Roma. Nell’inchiesta sull’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, in cui si è infiltrata una nostra giornalista sotto copertura, è emerso come lontano dagli sguardi di giornalisti e telecamere non manchino insulti antisemiti e razzisti e nostalgie per il Ventennio fascista”, si legge nella nota.

La premier Giorgia Meloni a caldo aveva condannato “chi ha sentimenti razzisti, antisemiti o nostalgici assicurando di aver “già chiesto al partito di prendere provvedimenti“, ma contestualmente aveva attaccato Fanpage con una similitudine spericolata sostenendo che “infiltrarsi nei partiti politici” è un metodo che usavano “i regimi“. Nei giorni scorsi, temendo il danno di immagine, la leader ha però inviato una lettera ai dirigenti di Fratelli d’Italia per prendere le distanze ufficialmente dai giovani del partito. Mossa che potrebbe aprire la strada, dopo le dimissioni dagli incarichi istituzionali di Flaminia Pace, Ilaria Partipilo ed Elisa Segnini, a una loro sospensione su decisione dei probiviri.

Venerdì la segretaria del Pd Elly Schlein aprendo la direzione nazionale dem ha detto di trovare “del tutto insufficienti le parole della presidente del Consiglio” su quanto emerso, sottolineando che “dovrebbe ringraziare Fanpage e cacciare tutte quelle persone, non solo un vertice che paga il prezzo per tutto. Ho avuto il dubbio che non ci sia il coraggio di recidere un cordone con la propria provenienza. Invece ha colto l’occasione per l’ennesimo attacco alla libertà di stampa e in questo modo fa capire che avrebbe preferito non fosse venuto fuori nulla”.

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