Ci sono ancora “lacune nei negoziati tra le parti per i negoziati” sulla tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Lo fa sapere l’ufficio del premier Benjamin Netanyahu secondo cui “la prossima settimana partirà un team negoziale per proseguire le trattative”. Poco prima un alto funzionario di Hamas aveva affermato di attendersi una rapida risposta israeliana, “probabilmente oggi o domani mattina”, alle nuove “idee” per fermare la guerra di Gaza e liberare gli ostaggi. Osama Hamdan ha comunque assicurato che l’ala militare del gruppo rimane “in buone condizioni che le consentono di continuare” a combattere le forze israeliane. Le trattative si sono svolte a Doha, in Qatar. La delegazione israeliana è rientrata in patria nel pomeriggio dopo gli incontri con i mediatori sull’ultima proposta di Hamas.
“La risposta di Hamas è buona e c’è una svolta ma ci sono questioni significative che non sono state risolte e potrebbero far deragliare i negoziati”, hanno detto fonti del team negoziale israeliano. In precedenza, secondo il quotidiano israeliano Haaretz, Hamas aveva informato Hezbollah di “aver accettato una proposta per il cessate il fuoco a Gaza”. Oggi una delegazione della fazione islamica guidata dall’esponente Khalil Al-Hayya ha incontrato in Libano il leader dei miliziani sciiti Hassan Nasrallah.
L’intesa, se si raggiungerà, prevede 3 fasi, una tregua iniziale di 6 settimane con l’avvio da subito del rilascio degli ostaggi inclusi donne, anziani e feriti. Insieme a loro anche “alcuni” corpi di ostaggi. In cambio Israele si impegnerebbe a rilasciare “centinaia” di detenuti palestinesi. A sbloccare il maggior punto di frizione tra le parti – hanno ricordato in questi giorni i media – è stato, su input Usa, un nuovo “linguaggio” nella formulazione del passaggio tra la prima e la seconda fase dell’intesa che stabilisce il raggiungimento di una “calma sostenibile” nella Striscia. Hamas vuole che la guerra non riprenda se non si raggiunge la seconda fase, mentre Israele vuole le mani libere. La mediazione sembra, se le indiscrezioni sono corrette, accontentare le parti. Il neo ministro degli esteri britannico David Lammy dell’appena insediato governo laburista di Keir Starmer ha subito chiesto un “cessate il fuoco immediato”