Senza l’immenso Pino Daniele, il campo è tutto suo. Zucchero rimane il “king of italian blues and soul”. Senza se e senza ma. La conferma è avvenuta ieri allo stadio San Siro di Milano, dove l’artista è tornato dopo 16 anni di assenza. Infatti la sua ultima volta al Meazza risale al 2008. Stadio sold out con 45mila presenze. Il tour internazionale “Overdose D’Amore World Tour” ha debuttato lo scorso marzo alla Royal Albert Hall di Londra con 3 date e, dopo le 5 date italiane di Udine, Bologna, Messina, Pescara e Milano, proseguirà in Europa e in America del Sud. Una lunga scaletta di oltre trenta brani per tre ore e mezza di show che volano via. Perché Zucchero con la sua musica e i suoi brani riesce a rendere più leggera la mente e così gli spettatori si lasciano andare al ritmo del corpo e del ritmo blues. Cosa non scontata. Non mancano le hit come “Overdose d’amore”, in radio c’è la nuova versione con Salmo, “Senza una donna” in duetto con Jack Savoretti e poi le chicche come “Oltre le rive” e “Un soffio caldo”.
Inserita come chicca nella scaletta l’inedito “Amor che muovi il sole”, chiara citazione dantesca di “Amor che move il Sole e l’altre Stelle” con cui si chiude la “Divina Commedia”. Un brano interessante che inizia con venature soul per poi virare sul rock. Zucchero si rivolge ad un amore come rifugio in una situazione drammatica della società. Tra i versi del brano: “E già che siamo figli di un Dio minore / Ognuno pensa a sé / Non posso sopportare un mondo senza di te, ci vuole un cielo per volare / Io non voglio un mondo senza di te / Tu dove sei che qualcosa qui non va”.
A far da cornice ad un repertorio immenso c’è la band di altissimo livello internazionale composta da Polo Jones (Musical director, bass), Kat Dyson (guitars, bvs), Peter Vettese (hammond, piano and synth), Mario Schilirò (guitars), Adriano Molinari (drums), Nicola Peruch (keyboards), Monica Mz Carter (drums, percussions), James Thompson (horns, bvs), Lazaro Amauri Oviedo Dilout (horns), Carlos Minoso (horns) e Oma Jali (backing vocals).
A metà concerto l’artista prede la parola e parte subito in quarta: “Sono molto felice e contento di stare con la band e con voi. Perché soprattutto io e voi, noi abbiamo un rapporto diretto e senza fronzoli. Quindi vi dico che io sono qui per voi non come certi artisti a cui non frega un cazzo… Che poi se si comportano così si vede che hanno altro da fare, poi bah bisogna vedere cosa hanno da fare… Sono qui per voi e senza di voi noi facciamo ben poco. A me non interessa se siete pochi o tanti, ma io sono un professionista quindi suono sempre e comunque. Io vorrei suonare all’infinito ci sono canzoni che vorrei fare ma non posso fare perché a mezzanotte dobbiamo chiudere”.
Insomma i riferimenti più o meno sono chiari e non c’è nemmeno bisogno di trascriverli nero su bianco, basta andare a ritroso negli ultimi giorni su ciò che è accaduto sul palco di qualche cantante, rapper. Zucchero ha molto da insegnare e gli altri molto da imparare, ancora. A conclusione dello show un invito ma anche un cenno di speranza: “Cari cittadini, let the good times roll! (lasciate che i bei tempi passino, ndr)”. Speriamo davvero.
LA SCALETTA – 1. Spirito nel buio 2. Soul Mama 3. Il mare impetuoso al tramonto salì sulla Luna e dietro una tendina di stelle… 4. La canzone che se ne va 5. Ci si arrende 6. È delicato 7. Partigiano reggiano 8. Vedo nero 9. Amor che muovi il sole (inedito) 10. Pene 11. Il volo 12. Facile 13. Senza una donna (Without A Woman) con Jack Savoretti 14. Con le mani 15. Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’Azione Cattolica 16. Baila (Sexy Thing) 17. Iruben Me 18. Dune Mosse – set acustico: 19. Dindondio 20. Occhi 21. Indaco dagli occhi del cielo 22. Un piccolo aiuto 23. Un soffio caldo 24. Oltre le rive – 25. Miserere 26. Nutbush City Limits (solo band) 27. Jumpin’ Jack Flash (solo band) 28. Honky Tonk Train Blues (solo band) 29. Overdose d’amore (with gospel) 30. The Letter 31. Così celeste 32. Diamante 33. Madre dolcissima 34. Per colpa di chi 35. Diavolo in me 36. Hey Man 37. Blue 38. Chocabeck