Ci sono voluti due anni di indagini ma alla fine gli inquirenti hanno stabilito che la multinazionale dovrà apparire in tribunale per quello che è stato uno scandalo alimentare di proporzioni mondiali
Nestlè rinviata a giudizio in Francia per aver contaminato di batteri le pizze surgelate. Ci sono voluti due anni di indagini ma alla fine gli inquirenti hanno stabilito che la multinazionale dovrà apparire in tribunale per quello che è stato uno scandalo alimentare di proporzioni mondiali. In pratica all’inizio del 2022 decine di bambini in tutta la Francia si ritrovarono contemporaneamente con casi gravi di insufficienza renale: due morirono e altri 56 ebbero gravi lesioni. Difficile fosse una casualità.
Infatti grazie alle solerti indagini dei nuclei antisofisticazioni d’oltralpe si risalì subito ad un minimo comune denominatore alimentare tra tutti i bambini: avevano consumato pizze della gamma “Fraîch’Up” della Buitoni, tutte prodotte nello stesso stabilimento di Caudry, nel nord della Francia. In queste pizze si trovavano tracce esagerate del batterio Escherichia coli.
Nestlè ritirò subito le pizze dal mercato, ma furono le autorità a fermare l’attività dello stabilimento di Caudry perché ciò che si trovarono di fronte al naso gli ispettori fu impressionante: orde di roditori scorrazzavano liberi tra le corsie di impacchettamento e produzione delle pizze e oltretutto non erano presenti mezzi efficaci di protezione contro l’entrata di parassiti e per la disinfestazione adattata ad un’attività alimentare.
Insomma lo stabilimento di Caudry chiuse i battenti dopo qualche mese e intanto le autorità riuscirono a collegare vittime e pizze grazie all’analisi del Dna. Dopo due anni quindi l’incriminazione ufficiale che, ironia della sorte, è stata comunicata dalla multinazionale stessa. Nel comunicato ufficiale, però, mancano i capi d’accusa per cui è stato disposto il rinvio a giudizio. Per la cronaca: la fabbrica di Caudry è stata venduta dalla Nestlé nel novembre 2023 ma è tornate in attività.
Per la vostra salute: leggete Siete pazzi a mangiarlo, scritto proprio da un manager pentito dell’industria agroalimentare francese, che qui recensimmo nel 2017.