A spiegarlo, in un video diventato virale in questi giorni su Instagram è Sayaka, content creator italo-giapponese che su Instagram trasmette la lingua e la cultura giapponesi
Pollon, la tenera e dispettosa dea bambina, è uno dei personaggi più celebri dei cartoni animati degli anni ’80. Chi non ricorda la sua celebre filastrocca “Sembra talco ma non è…”? Un ritornello che, anche a distanza di anni, risuona ancora nella mente di molti: “Sembra talco ma non è…serve a darti l’allegria, se lo mangi o lo respiri, ti dà subito l’allegria!”. Il motivetto è scanzonato ma solo apparentemente innocente: in tanti hanno visto, infatti, in quel “talco che dà allegria” una metafora che alludeva alla droga. Una tesi che ha preso sempre più piede nel tempo, tanto più che lo stesso ideatore del fumetto manga, il giapponese Hideo Azuma, travolto dal successo, finì a vivere da senzatetto, provato dagli abusi di sostanze e dall’alcolismo.
Tuttavia, pochi sanno che nella versione originale giapponese la filastrocca è completamente diversa. Invece di parlare di talco, Pollon pronuncia parole assai più adatte ad un pubblico di minori, accompagnate da un suono onomatopeico che rappresenta il suo sorriso. A spiegarlo, in un video diventato virale in questi giorni su Instagram è Sayaka, content creator italo-giapponese che su Instagram trasmette la lingua e la cultura giapponesi. Il testo tradotto dalla versione giapponese è infatti il seguente: “Orso, orso, Nahaha [il nome giapponese del dottor Cha Cha Cha]. Chon! [il suono onomatopeico del sorriso di Pollon]“. Insomma, tutt’altro rispetto all’ambigua versione italiana, con un testo che rispecchia la natura giocosa e non convenzionale di Pollon, la piccola dea che in entrambe le culture si avventura tra gli dei dell’Olimpo, usando il suo fascino e la sua innocenza per affrontare le complessità della mitologia greca. La serie, sia in Italia che in Giappone, ha goduto di grande popolarità, conquistando il cuore di intere generazioni.