di Gennaro Siciliano
Era il 25 ottobre 2021 e nella solitudine della mia cameretta sentivo forte l’urgenza di scrivere quattro parole in questo blog che così carinamente ospita le opinioni di noi orgogliosi e fieri sostenitori del Fatto. Erano quattro paroline in croce sull’opportunità non solo di eleggere il compianto Silvio Berlusconi a Presidente della Repubblica, ma anche di proporre la sua candidatura e addirittura di pensarla come realmente possibile. Oggi quell’urgenza si è ripresentata in me. È viva. La percepisco nella pancia, lì dove risiedono i nostri più profondi sentimenti. D’altronde, l’intestino è il nostro secondo cervello, come ci insegnano i gastroenterologi.
Ma questo mio turbamento si manifesta non perché io sia emblema di purezza, un candido uomo che nonostante si avvicini speditamente alla mezza età, sia portatore di quel candore che si attribuisce solo alle creature che dimorano nel paradiso terrestre. Tutt’altro. Proprio perché penso di essere uno che “ne combina più di Bertoldo”, mi rendo conto di quanto sia sempre più necessario che a rappresentarci invece nelle istituzioni, non ci siano persone come me, ma bensì persone di molto migliori di noi. Più capaci, più colti, intellettualmente onesti, coerenti rispetto a ciò che dicono e che poi fanno, esempi di affidabilità e rettitudine. Con una forte morale che muove la propria azione al servizio della gente.
Fatto sta che ovviamente ciò non accade e questo momento storico, addirittura si dimostra come il peggiore che io ricordi. Tra clown, trombettieri, parenti, parenti fasci, parenti di sangue, parenti acquisiti, cazzari, fascisti, nazisti, nazifascisti, lo zio, il nonno… che esprimono in televisione e fuori tutti i più bassi sentimenti. Talmente bassi che, come direbbe De André, alloggiano proprio lì, forse “troppo vicino al buco del culo”, per usare una metafora graziosa e gentile, ma che ben si addice non solo al governo ma anche alla notizia che ha smosso in me questo marasma interiore: la decisione politica di intitolare l’Aeroporto di Malpensa a Berlusconi. Dopo questa, se fossimo stati a teatro, avrei lasciato un proiettore a pioggia al centro del palco sull’attore basito ed in silenzio, poi subito un buio, sipario e tutti a casa di corsa a stendere un lungo velo pietoso e ad avvelenarci col wc net per smettere di soffrire.
Come Giuseppe Pipitone ha scritto, pensare di prendere un volo dall’aeroporto Falcone-Borsellino con arrivo a Milano Berlusconi farebbe ridere se non fosse una cosa indicibile, irricevibile, inascoltabile, orrenda, e per citare quanto scritto nel 2021, di pessimo gusto. Ma di pessimo gusto perché?!
Perché mio figlio, mio nipote, che da grande studierà, si renderà conto che forse essere un cittadino onesto, che paga le tasse, rispetta la legge e che prova orrore per l’esistenza stessa delle mafie e per i politici che le favoriscono quotidianamente, alla fine è da sfigati. A vincere sono le persone che frodano il fisco per 368 milioni di dollari, persone che hanno pagato la mafia per anni, che hanno screditano gli italiani nel mondo, che fanno delle istituzioni il loro parco giochi con leggi personalizzate, che avevano avvocati che pagavano giudici, corrompevano e compravano sentenze, che facevano parte della P2. Imparerà che ad avere successo e a farla franca fra gli applausi generali, non sono i medici, le mamme che tirano su i propri bambini con durissimi sacrifici quotidiani, gli scienziati che studiano come salvare il Pianeta, bensì sono i delinquenti.
Un cittadino medio si sentirà libero di pensarla così. E penserà che questo Paese sia diretto più che mai verso il baratro. Anzi che ci sia già, nel baratro. Mettendo da parte le deduzioni personali, basate su ragionamenti semplici. Gli appelli oramai restano inutili. La cosa si farà. Rimane solo l’amaro in bocca, rispetto a quel futuro in cui credevo quando ero piccolino, in cui la mafia e i cattivi perdevano e a vincere eravamo noi bambini.