Rendimenti dei titoli di Stato francesi in calo, differenziali con gli equivalenti tedeschi (spread) che si restringono, borsa francese in leggero calo. Secondo gli analisti l’assenza di vincitore con una maggioranza assoluta nelle elezioni francesi rende improbabile l’attuazione delle misure più radicali della sinistra, giudicate pericolose per i conti pubblici (un governo di coalizione rende però inverosimile anche la piena adesione ai dettami di Bruxelles sul risanamento dei conti). Ci sarebbero, in termini strettamente numerici, persino margini per una coalizione che non comprenda France Insoumise di Jean Luc Mélenchon.

Più nel dettaglio un decennale francese rende il 3,16%, 4 punti base in meno di venerdì. Lo spread, principale termometro del rischio paese, scende a 62 punti. Anche i Btp italiani, titolo iper sensibile a qualsiasi turbolenza sui mercati dei bond sovrani europei, è al 3,88% (- 4). Nei mercati azionari la borsa di Parigi perde lo 0,5%, Francoforte e Madrid sono sulla parità, Milano sale dello 0,7%. Tra le banche francesi Crédit Agricole cede lo 0,3%, Bnp Paribas l’1,5%. Il rapporto euro-dollaro è stabile.

Il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire non perde tempo e avvisa che questa calma potrebbe svanire in fretta. Tirando l’acqua al suo mulino avvisa che il Paese potrebbe sprofondare in una crisi finanziaria se venisse messo in atto il programma politico basato su un aumento di tasse e di spese sostenuto dall’alleanza di sinistra Nouveau Front Populaire. “È un risultato caotico, che però scongiura il vero pericolo di una vittoria assoluta per il Rassemblement National o per il Nuovo fronte nazionale di sinistra”, dice l’ex presidente francese della banca centrale europea Jean-Claude Trichet, mettendo sullo stesso piano estrema destra e sinistra. Il parlamento si trova ora in una situazione di stallo e il presidente Emmanuel Marcron è ora costretto a creare un governo senza maggioranza stabile, fatto insolito per la Francia.

Secondo l’agenzia di rating statunitense Standard & Poor’s il risultato determina “incertezza sui dettagli della strategia di politica economica e fiscale” e le sue scelte in tema di accelerazione della crescita e di riduzione del deficit statale saranno “fondamentali per determinare l’affidabilità creditizia della Francia”. L’agenzia ritiene che i rating AA-/Stabile/A- del paese “verrebbero messi sotto pressione se la crescita economica fosse materialmente al di sotto delle previsioni per un periodo prolungato, o se la Francia non riuscisse a ridurre il suo ampio deficit di bilancio”.

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