Notte di rivolta nel carcere minorile Beccaria di Milano. Un incendio appiccato in una cella al secondo piano ha richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco, oltre che a una squadra del Reparto mobile della Polizia e due ambulanze: in ospedale sono finiti due agenti in codice verde. I detenuti della seconda ala sono stati spostati in un settore differente, senza però avere la necessità di cure mediche. “Una tragedia sfiorata” l’ha definita Aldo di Giacomo, segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria, che teme ulteriori manifestazioni di protesta nei prossimi giorni. Quello scoppiato a Milano, infatti, è il terzo incendio in dodici ore in tre istituti minorili: oltre al Beccaria, si sono registrati disordini anche all’Istituto di Casal di Marmo (Roma) e in quello di Nisida (Napoli).

Tre roghi in altri penitenziari – “VI è una unica strategia dietro i tre incendi in 12 ore. Ci aspettiamo nuove manifestazioni di protesta negli istituti per minori. Questi sono tra l’altro i risultati del decreto Caivano con il quale siamo al massimo di detenuti minori degli ultimi anni, ben 558”, ha aggiunto il sindacalista. Di Giacomo spiega che il clima nei penitenziari si incandescente dopo il decreto Carcere promosso dal ministro Carlo Nordio e approvato dal Consiglio dei ministri a inizio luglio. “Non possiamo ulteriormente tollerare che i massimi responsabili politici dell’Amministrazione Penitenziaria, come se nulla di così grave stia accadendo, restino al loro posto spacciando il ‘decretino carcere tutto come prima’ per la soluzione dell’emergenza carcere che ha raggiunto livelli mai registrati prima e che fa somigliare le nostre alle carceri sudamericane”, ha aggiunto il sindacalista. Il provvedimento, infatti, prevede esclusivamente la semplificazione delle procedure per la liberazione anticipata.

I precedenti al Beccaria – Quello di stanotte è solo l’ultimo momento di tensione all’interno dell’istituto minorile di Milano. A giugno due detenuti sono evasi, mentre a maggio circa 70 detenuti si barricarono all’interno delle celle in segno di protesta. Ad aprile, invece, l’Istituto era finito al centro di un’indagine della magistratura su una serie di abusi sui reclusi minorenni: l’inchiesta della Procura di Milano ha portato in carcere 13 agenti e alla sospensione di altri otto colleghi.

Foto d’archivio

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