La sera dei risultati del voto in Francia, mentre gli altri canali di informazione sono in diretta no-stop, “il canale all news del servizio pubblico decide di aprire alle 22 sul festival Città Identitarie di Pomezia (Roma), ideato da Edoardo Sylos Labini. RaiNews24 non aveva mai toccato il fondo in questo modo, mai aveva abdicato così alla sua missione informativa in occasione di un appuntamento elettorale così importante”. A denunciarlo in una nota è il Comitato di redazione (la rappresentanza sindacale dei giornalisti) della testata, contestando ancora una volta il direttore Paolo Petrecca, nominato in quota Fratelli d’Italia (e che non ha mai nascosto le proprie simpatie politiche di destra). “Un tempo la nostra testata metteva in campo tutte le risorse per garantire un servizio impeccabile all’utenza, in occasioni simili. Chiediamo al direttore come sia possibile prevedere un approfondimento diverso quando tutte le tv del continente hanno gli occhi puntati sulle elezioni d’Oltralpe. Verrebbe da pensare che alla débâcle della destra il direttore preferisca non dedicare troppo spazio”, denuncia il Cdr. “Petrecca ritiene opportuno, in una serata come questa, dare spazio a un evento non scevro da interessi e legami personali. Una scelta che qualifica la deriva che ha preso da tempo la testata e per la quale ci sentiamo indignati”, aggiunge il comunicato. Sylos Labini, infatti, è un intellettuale notoriamente vicino al centrodestra (in passato è stato responsabile Cultura di Forza Italia). E alla serata di apertura del festival, venerdì 5 luglio, era ospite lo stesso Petrecca.

Alle accuse della redazione si unisce l’Usigrai, il maggiore sindacato dei giornalisti Rai: “L’Usigrai trova assai grave che il servizio pubblico non abbia informato i telespettatori in maniera tempestiva ed esaustiva su quanto stava accadendo in Francia”, scrive la sigla in un comunicato. “Bastava allungare i tg delle reti generaliste e impegnare il canale all news in una diretta sulle elezioni, cosa che non è stata fatta. Siamo di fronte, da tempo, a una significativa riduzione degli spazi di informazione, tradizionalmente gestiti dalle testate giornalistiche del servizio pubblico; anche da questa scelta sta passando un cambio di narrazione che danneggia la Rai e i cittadini”. Polemiche a cui il direttore Petrecca replica con un proprio comunicato: “Era concordato da diversi giorni uno speciale elezioni francesi di Rainews24, che puntualmente è andato in onda”, soltanto però dalle 20 alle 21, quando i risultati erano ancora molto provvisori. “Per quanto riguarda l’apertura del tg delle 22 sul festival delle città identitarie, è stata una libera scelta del vicedirettore di turno”, afferma Petrecca, dicendosi “rammaricato per i continui attacchi personali, in questo caso oltre i limiti della decenza”. I festival, rivendica il direttore, “sono una delle principali fonti di notizie con cui Rainews24 e rainews.it fanno partnership continue. E l’informazione nelle all news non segue regole fisse di impaginazione come nei tg generalisti”.

Da quando si è insediato il governo Meloni, i giornalisti del canale all news hanno già dovuto prendere più volte posizioni pubbliche a tutela della propria indipendenza: nei mesi scorsi avevano già denunciato tagli e ingerenze della direzione sui servizi in onda nei tg (ad esempio a proposito delle accuse al figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa o dei test psicoattitudinali ai magistrati), nonché la tendenza a trasmettere lunghi interventi della premier (come la sua rubrica “Appunti di Giorgia”) senza contraddittorio giornalistico. Da ultimo, il mese scorso la redazione si è ribellata alla trasmissione integrale (per 47 minuti) della conferenza stampa della premier dall’Albania per inaugurare il centro “extraterritoriale” per l’accoglienza dei migranti. “Quanto accaduto ieri sera è l’ennesima conferma dell’inadeguatezza di Petrecca a ricoprire il ruolo di direttore di Rainews24. La misura è colma, porteremo in Commissione di Vigilanza Rai la richiesta di dimissioni“, annunciano i componenti Pd dell’organo bicamerale.

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