Il passo indietro alla fine lo fa la vicedirettrice. Ida Baldi, numero due di RaiNews 24, ha rimesso il mandato nelle mani del direttore Paolo Petrecca dopo la polemica scoppiata per il caso del voto in Francia oscurato dalla rete all-news di viale Mazzini. La giornalista, per il momento, ha preferito non aggiungere alcun commento alla vicenda. Tuttavia – si è appreso in tarda serata – il suo mandato era scaduto e l’incarico era in prorogatio dal 27 giugno, così come altri due vicedirettori della testata. Baldi era di turno domenica sera, nel corso della programmazione di RaiNews 24 che ha scatenato forti proteste del Comitato di redazione e del mondo politico, oltre a un duro comunicato dell’Usigrai.

Non solo. Di fronte alle lamentele della redazione, come reso pubblico dal presidente del Fnsi Vittorio Di Trapani, Petrecca “minaccia esposto all’Ordine dei Giornalisti e denuncia per calunnia nei confronti del Cdr che ha denunciato la debacle informativa dell’all news in occasione delle elezioni in Francia. Questo il livello di rispetto dei diritti sindacali nella Rai 2024″, ha scritto sul suo account X. Durante lo spoglio del secondo turno in Francia, che ha ribaltato la vittoria di Marine Le Pen di una settimana fa, RaiNews 24 ha mandato in onda uno speciale sul festival Città Identitarie di Pomezia. “Un evento non scevro da interessi e legami personali”, aveva sottolineato il Cdr.

Il passo indietro di Baldi ha portato il Pd a tornare nuovamente all’attacco di Petrecca, questa volta direttamente con la segretaria Elly Schlein: “La Rai così non è più servizio pubblico. Il dubbio è legittimo: se avesse vinto Le Pen avremmo visto Rainews che non copriva il risultato francese? È TeleMeloni, hanno occupato militarmente la Rai. Si dovrebbe dimettere Petrecca, non la vicedirettrice”, ha detto a In Onda su La 7.

Da quando si è insediato il governo Meloni, i giornalisti del canale hanno già dovuto prendere più volte posizioni pubbliche a tutela della propria indipendenza: nei mesi scorsi avevano già denunciato tagli e ingerenze della direzione sui servizi in onda nei tg (ad esempio a proposito delle accuse al figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa o dei test psicoattitudinali ai magistrati), nonché la tendenza a trasmettere lunghi interventi della premier (come la sua rubrica “Appunti di Giorgia”) senza contraddittorio giornalistico. Da ultimo, il mese scorso la redazione si è ribellata alla trasmissione integrale (per 47 minuti) della conferenza stampa della premier dall’Albania per inaugurare il centro “extraterritoriale” per l’accoglienza dei migranti.

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