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Dopo Kiev e Mosca, Orban va a Pechino per incontrare Xi Jinping: “In Ucraina Putin non può perdere”. L’Ue: “Non ha alcun mandato”

Dopo la visita a Mosca e a Kiev, il premier ungherese Viktor Orban è arrivato a Pechino per incontrare il presidente cinese Xi Jinping. “Missione di pace 3.0”, l’ha definita lo stesso Orban che da luglio ha assunto la presidenza di turno dell’Ue. Viaggi che fanno crescere i malumori in Europa. “Orban non ha alcun mandato per rappresentare l’Ue durante le visite”, ha detto il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, durante l’incontro quotidiano con la stampa. L’Ungheria “ha responsabilità specifiche quando si tratta di gestire i lavori del Consiglio” come presidente di turno dell’Ue, “e questo è completamente diverso da ciò che fa come Stato membro con una propria politica estera”, ha sottolineato.

Il premier ungherese in un’intervista esclusiva alla Bild ha puntato il dito contro la “politica di guerra” dell’Europa: “Putin non può perdere quando si guarda ai soldati, alle attrezzature e alla tecnologia. Sconfiggere la Russia è un pensiero difficile da immaginare. La probabilità che la Russia possa effettivamente essere sconfitta è del tutto incalcolabile”, ha sottolineato Orban. Secondo il premier ungherese, Putin “ha una visione chiara di ciò che sta accadendo e di come la Russia vincerà“. “Lo stesso vale per Zelensky”, ha spiegato ancora Orban, aggiungendo che “anche se i due leader sono logicamente contrari a un rapido cessate il fuoco, tutti sanno che sarebbe meglio se domani mattina non morissero né russi né ucraini”. “Ho avuto la possibilità di parlare sia con il presidente ucraino che con quello russo. E credetemi: nei prossimi due, tre mesi la situazione diventerà molto più brutale sul fronte “ha aggiunto alla Bild. Orban esorta così l’Ue a svincolarsi dagli Usa e a condurre “una politica autonoma“. “Le vittime principali delle due parti in guerra sono infatti l’economia e la popolazione europea”, afferma. Nella stessa intervista Orban definisce Donald Trump un “uomo di pace“. Come presidente degli Stati Uniti, non ha scatenato una sola guerra e “ha fatto molto per riportare la pace in vecchi conflitti in regioni molto complicate del mondo. Ecco perché ho molta fiducia in lui“, ha sottolineato.

Incontrando Xi Jinping a Pechino, Orban ha detto che “la Cina è una potenza chiave per creare le condizioni di pace tra Russia e Ucraina”. L’Ungheria apprezza anche l’iniziativa cinese per la pace in Ucraina: “Gli ungheresi sono un popolo amante della pace, quindi siamo dalla parte della pace e non della guerra”, ha aggiunto Orban, ricordando che Budapest dall’inizio del conflitto in Ucraina “ha vissuto all’ombra della guerra”. “Solo quando le grandi potenze mostreranno energia positiva invece di energia negativa, un barlume di speranza per un cessate il fuoco potrà apparire al più presto in questo conflitto”, ha dichiarato Xi, citato dall’emittente statale Cctv.

Alla riunione dei Rappresentanti Permanenti dei 27 in Ue, mercoledì, all’ambasciatore dell’Ungheria “saranno chiesti chiarimenti” sul ruolo della presidenza di turno. È quanto spiegano fonti europee sottolineando “la crescente preoccupazione” nelle capitali europee “sul mandato che si è auto-attribuito Viktor Orban nelle cosiddette missioni di pace, quando era chiaro che il premier rappresentava solo se stesso”. Le tensioni “potrebbe crescere ulteriormente con l’avvicinarsi al Consiglio Affari Esteri, visto che Budapest continua a bloccare il via libera all’European Peace Facility, dove c’è un’intesa a 26″, si spiega ancora.

Il governo spagnolo ha fatto sapere che “non appoggia” i viaggi degli ultimi giorni del primo ministro ungherese come “viaggi europei“. Lo ha detto il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, parlando a Radio Nacional. Orban, ha aggiunto Albares, “si sta muovendo liberamente, con viaggi che non hanno nessun’altra chiave se non quella bilaterale“. Il ministro spagnolo ha comunque aggiunto che, anche se in questo momento ostenta la presidenza di turno dell’Unione Europea, il primo ministro ungherese “ha diritto a fare tutti i viaggi bilaterali che vuole”, ma “non a parlare in nome dell’Europa” in questi casi.