Il documento per l’energia e la svolta green è approdato in Ue. Ma le lacune sono tante: dalla strategia per eliminare le fonti fossili alle tutele per le fasce sociali a basso reddito
Di Ecco Think Tank
Il Piano nazionale per l’energia e il clima (Pniec) ha un ruolo centrale per il raggiungimento degli obiettivi europei sul clima (Fit for 55), e consegnare il contributo dell’Italia all’Accordo di Parigi. Il Piano ha un ruolo di particolare importanza in un Paese in cui, contrariamente a molti altri Stati Membri, manca una Legge Clima e, quindi, un quadro di riferimento sul clima a livello nazionale. La decisione sul primo Global Stocktake alla COP28 di Dubai ha segnato la direzione che è necessario intraprendere nei prossimi anni. ll Pniec, che ha un orizzonte al 2030, rappresenta la base di partenza del contributo dell’Italia.
Nel giugno 2023, la bozza di Pniec dell’Italia dichiarava un approccio ‘realistico’. Di quel principio e della concretezza auspicata, non resta molto nella versione definitiva inviata a Bruxelles il 1° luglio 2024. Il Piano mostra contraddizioni rispetto agli obiettivi sia nel suo impianto, sia rispetto alle norme e decreti che, nell’anno trascorso, avrebbero dovuto iniziare ad attuarlo.
Ecco i punti deboli del Piano definitivo inviato dall’Italia:
Ora che il Piano è definitivo, il nostro lavoro si concentrerà sulla necessità di un monitoraggio della sua attuazione e sulle opportunità per migliorare le politiche perché siano allineate agli obiettivi di decarbonizzazione. Il monitoraggio avverrà in due momenti chiave, ovvero la presentazione della Nota di aggiornamento al Documento di programmazione economico finanziaria Def e la legge di Bilancio, valutando l’allineamento delle politiche pubbliche rispetto al clima e agli obiettivi 2030 e 2050.
Un presidio che prenderà in esame la produzione legislativa e regolatoria, valutando ad esempio: se e come norme e regole nell’energia siano coerenti rispetto agli obiettivi di incremento di rinnovabili nel sistema elettrico; se la revisione del super/eco bonus riesca a contemperare efficienza energetica, riduzione delle emissioni e sostenibilità sociale della transizione degli edifici; se la fiscalità procede verso una coerenza con gli obiettivi clima, affrontandone le contraddizioni.