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Prende il bimbo in braccio e senza attrezzatura percorre una via ferrata in alta montagna. Il soccorso alpino: “Tornare indietro è buon senso” – Video

Siamo sulla Bepi Zac, un percorso attrezzato di cresta che parte dal Passo delle Selle, sopra il Passo San Pellegrino. Ora, il fatto che come si è scritto il tratto sia attrezzato non significa che vada affrontato in questo modo e infatti  IlDolomiti.it ha sentito Walter Cainelli, presidente del Soccorso alpino trentino

di F. Q.
Prende il bimbo in braccio e senza attrezzatura percorre una via ferrata in alta montagna. Il soccorso alpino: “Tornare indietro è buon senso” – Video

È IlDolomiti.it a postare un video che è abbastanza impressionante: mamma e figlia, senza adeguata attrezzatura, si avventurano su una via ferrata e così, poco dopo, un papà con un bimbo piccolo in braccio. Siamo sulla Bepi Zac, un percorso attrezzato di cresta che parte dal Passo delle Selle, sopra il Passo San Pellegrino. Ora, il fatto che come si è scritto il tratto sia attrezzato non significa che vada affrontato in questo modo e infatti IlDolomiti.it ha sentito Walter Cainelli, presidente del Soccorso alpino trentino: “C’è sempre di più, purtroppo, un atteggiamento a sottovalutare il rischio. Ribadiamo però ancora una volta l’importanza a valutare bene un’attività: consultare le previsioni meteo, avere l’attrezzatura per far fronte a un imprevisto e capire il livello di preparazione: non si deve avere paura o provare vergogna a rinunciare e tornare indietro, si tratta di semplice buon senso”.

Non solo, Cristian Ferrari, presidente della Società Alpinisti Tridentini, ha aggiunto: “Ci sono ancora alcuni escursionisti che non valutano attentamente l’uscita perché magari si sentono più in dovere di raggiungere una destinazione per avere una foto che per apprezzare l’itinerario. Non si preoccupano del percorso tra il punto di partenza e quello di arrivo. Così si trovano sorpresi e impreparati davanti a un passaggio attrezzato; non si presta più attenzione ai cartelli o alla segnaletica o forse non sanno nemmeno interpretare le indicazioni come quelle dei sentieri attrezzati (…). Non si può giustificare un rischio di questo tipo ma non si può nemmeno colpevolizzare, bisogna capire il contesto per cui si arriva in quelle condizioni. Queste situazioni devono stimolare tutti a compiere, se possibile, un ulteriore passo in avanti sulle informazioni, anche questo è quello spirito di solidarietà in montagna che si affievolisce con l’aumento degli escursionisti impreparati che frequentano le terre alte“.

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