“Oggi scade il termine della ingiusta squalifica che ho dovuto scontare per intero. Mi auguro che a nessun atleta venga mai riservato il trattamento che ho dovuto subire in tutti questi otto anni per difendere e tutelare il mio onore e la mia dignità, per provare la mia innocenza, per cercare di ottenere giustizia e per dimostrare la verità“. Così, Alex Schwazer ha annunciato sui propri profili social il termine della sua squalifica per doping. Ringraziamenti per quelli che gli sono sempre stati vicini, soprattutto nei momenti difficili: “Ringrazio tutti quelli (pochi) che mi sono stati vicini in questo doloroso (ed infernale) percorso, quelli che non mi hanno mai abbandonato, quando sarebbe stato facile farlo, quelli che hanno lottato con me e sofferto assieme a me per l’ingiustizia che dovevo sopportare e per il trattamento che mi veniva riservato. Ringrazio, infine, quelli (molti) che dopo aver compreso la mia innocenza ed estraneità ai fatti di cui ero stato accusato, mi hanno fatto sentire (seppur a distanza) il loro affetto e vicinanza, grazie!”.

Un’ingiustizia e un maltrattamento, così Schwazer denuncia quanto subito negli ultimi anni: “Il buio e le tenebre per l’ingiustizia subita faranno ora posto alla luce di un nuovo giorno nel quale potrò accompagnare i miei figli a gareggiare in una piscina o in una pista di atletica senza per questo incorrere in squalifiche (cosa che sarebbe avvenuta fino a ieri). Alex”. Il marciatore italiano, campione olimpico della 50 km a Pechino 2008, non potrà prendere parte ai Giochi Olimpici di Parigi: sono scaduti, infatti, i termini per ottenere gli standard di partecipazione, scaduti proprio lo scorso 30 giugno.

Alex Schwazer, scontata la pena di otto anni
La luce in fondo al tunnel Alex Schwazer. La vicenda giudiziaria dell’atleta italiano ha avuto inizio il 23 aprile 2013, quando il Tribunale Nazionale Antidoping lo squalificò per tre anni e sei mesi dopo essere stato trovato positivo all’eritropoietina durante un controllo a sorpresa effettuato dall’Agenzia mondiale. Nel caso fu coinvolta anche l’allora fidanzata Carolina Kostner, accusata di aver aiutato proprio Schwazer a eludere i controlli antidoping.

Otto anni fa, nel 2016, la seconda squalifica che non gli ha permesso di partecipare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Il 21 giugno di quell’anno la seconda sentenza: un campione prelevato nel mese di gennaio era risultato positivo ai metaboliti di testosterone. La sentenza? Otto anni di squalifica da scontare fino al 7 luglio 2024. Dopo la richiesta di archiviazione da parte della procura di Bolzano, il Tas aveva respinto il ricorso dei legali del marciatore italiano che avevano richiesto la sospensione della squalifica. Niente Parigi 2024 ma Schwazer, ora ha scontato la pena.

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