Era scomparsa da settimane, apparentemente senza motivo. Il fratello e una collega di lavoro avevano denunciato la sparizione improvvisa ai carabinieri. Il marito, invece, aveva parlato di un allontanamento volontario perché – aveva spiegato – “voleva un periodo di riflessione”. Ora però la Procura di Cagliari ha chiesto il fermo per Igor Sollai, camionista di 43 anni, accusato di omicidio aggravato e occultamento di cadavere per la scomparsa della moglie, Francesca Deidda, 42 anni, di cui non si sa nulla dal 30 maggio. Entrambi vivevano in un’abitazione di San Sperate, a circa 20 chilometri da Cagliari: l’appartamento ora è sotto sequestro. Sollai si trova nel carcere di Uta: nell’interrogatorio di convalida si è avvalso della facoltà di non rispondere.
A convincere il pm Marco Cocco per il fermo di polizia giudiziaria sono state le indagini e le verifiche dei carabinieri di Iglesias e le dichiarazioni non convincenti del marito, che è stato sentito a lungo dagli inquirenti. Lui si dichiara innocente e conferma la sua versione: la moglie voleva un periodo di riflessione dalla loro relazione e non aveva denunciato perché l’aveva già fatto il cognato. I legali del trasportatore, Laura Pirarba e Carlo Demurtas, aspettando “la compiuta e completa visione degli atti per valutare se sottoporci a un altro interrogatorio. “Il nostro assistito è sempre stato disponibile in questi due mesi, più volte è stato sentito dalle forze dell’ordine” spiegano. Intanto hanno chiesto una misura cautelare meno dura, come gli arresti domiciliari.
I carabinieri parlano di “gravi indizi di colpevolezza” anche se il corpo della vittima non è stato ancora rinvenuto. A far scattare le indagini la denuncia del fratello alla stazione dei carabinieri di San Sperate, il paesino in cui vivevano. I carabinieri hanno vagliato tutte le ipotesi, anche quelle del suicidio e dell’allontanamento volontario, sostenuto dal marito. Ma “sono state giudicate improbabili” continuano i carabinieri, che si sono concentrati sulla vita della donna e sulle dinamiche familiari.
Tra gli indizi a carico di Sollai c’è tra le altre cose l’analisi delle tracce informatiche che ha lasciato anche alla luce delle “incongruenze” – spiegano i carabinieri – nelle versioni fornite alle forze dell’ordine. I carabinieri hanno ricostruito i movimenti e i comportamenti dell’autotrasportatore e hanno scoperto che per giorni si era sostituito alla moglie sia con i parenti che con il datore di lavoro usando il suo telefono e la sua casella email. Un modo, sottolineano gli inquirenti, per sostituirsi a lei e mantenerla in vita agli occhi di chi la conosceva: familiari, amici, colleghi di lavoro. Un tentativo di convincere tutti “che la sua sparizione fosse stata volontaria e collegata alla fine della relazione sentimentale” dicono ancora i carabinieri. Avrebbe addirittura “scambiato messaggi con amici e parenti della donna, negando loro, con scuse sempre differenti, la possibilità di parlarsi direttamente al telefono”. Infine l’ultimo atto: una email al datore di lavoro con cui Francesca Deidda annunciava il licenziamento.
Foto: profilo Facebook Francesca Deidda