Per ora il passaggio dal mercato tutelato (con tariffe aggiornate periodicamente da un’autorità indipendente) alla libera concorrenza ha portato ai consumatori una cosa sola: bollette più care. Lo ha certificato il presidente di Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), Stefano Besseghini, illustrando la relazione annuale dell’Authority: “Ad oggi le offerte disponibili sul mercato libero” dell’energia elettrica “appaiono poco attraenti rispetto ai diversi servizi regolati, essendo caratterizzate da prezzi normalmente più alti”. Le aste per la fornitura del Servizio a tutele graduali hanno determinato un vantaggio per il consumatore che è transitato dal mercato libero di circa 113 euro/anno a parità di tutti gli altri costi.
“Il superamento della fase di transizione, tra servizi di tutela e mercato libero – spiega Besseghini – richiede all’Autorità di rafforzare il controllo e le garanzie nel mercato libero e di focalizzare la propria attenzione sulla capacità del mercato di esprimere prezzi competitivi o servizi a reale valore aggiunto, per valutare l’effettiva evoluzione delle opportunità offerte al consumatore”. Secondo il presidente esiste una “difficoltà nel comunicare con il consumatore finale ed in particolare con il piccolo consumatore. La forza commerciale dei grandi gruppi, nel costruire una narrativa in grado di valorizzare nel prezzo elementi aggiuntivi rispetto alla fornitura della commodity energetica, determina scelte non sempre economicamente razionali”..
Al primo luglio 2024 la quota di clienti del mercato libero dell’elettricità si attestava al 76,5%, si legge nella relazione in cui si aggiunger che le famiglie preferiscono offerte a prezzo fisso, con sconto e da fonti green. La maggior tutela torna più conveniente del libero e per la prima volta si riduce il numero dei venditori. A fine 2023 erano 30,2 milioni i clienti domestici per l’elettricità, di cui 8,9 milioni serviti in maggior tutela e circa 21,4 milioni nel mercato libero. Al primo luglio 2024 i clienti vulnerabili in maggior tutela sono 3,6 milioni mentre 8,4 milioni i vulnerabili che hanno scelto il mercato libero.
Basseghini ricorda poi come gli oneri generali di sistema (ossia la parte del costo della bolletta destinata ai sussidi alle rinnovabili e ad altre voci, ndr) siano stati una voce rilevante negli ultimi 13 anni. “Abbiamo pagato circa 162 miliardi, dei quali circa 142 a copertura degli incentivi attualmente operativi per le rinnovabili. Malgrado nei prossimi 5 anni andranno incontro, a misure vigenti, ad una significativa riduzione, determineranno ancora un costo rilevante”. Il presidente ha quindi ribadito che sarebbe necessario “valutare una significativa copertura degli oneri di sistema con la fiscalità generale”.
“Con la sua relazione Arera certifica che in Italia i prezzi risultano più elevati rispetto agli altri paesi europei, che gli oneri di sistema pesano troppo e che le tariffe sul mercato libero sono poco convenienti”, afferma Assoutenti a commento della relazione. “Siamo lieti che finalmente Arera confermi quanto Assoutenti denuncia da oramai due anni, ma non basta certificare le criticità energetiche del nostro Paese: serve intervenire per evitare che gli italiani siano spremuti come limoni attraverso le bollette di luce e gas – afferma il presidente onorario e responsabile energia di Assoutenti, Furio Truzzi. “Le offerte energetiche sul mercato libero poco attraenti per prezzi normalmente più alti, come osservato dal presidente di Arera, Stefano Besseghini, sono “una verità grave e preoccupante che denunciamo da gennaio di quest’anno”, afferma Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione nazionale consumatori (Unc).
Gas più caro d’Europa – L’Italia è un paese che utilizza molto gas nel suo mix energetico. Eppure il costo dell’idrocarburo è il più alto d’Europa. Nel 2023 i mercati del gas naturale hanno mostrato segnali di riequilibrio dei prezzi dopo un periodo di shock per la crisi energetica. E, come si legge nella relazione, il prezzo al Psv (Punto di scambio virtuale) in Italia si mantiene superiore a tutti gli altri, a 42,9 euro/MWh con un differenziale rispetto al Ttf di 2,4 euro/MWh, sopra i costi pagati da Olanda 40,5 euro/MWh al Ttf e Germania (41 euro).
L’Autorità spiega che i prezzi spot del gas hanno registrato un notevole calo dovuto principalmente a due inverni miti consecutivi, ma la “nuova normalità” li fa rimanere superiori alle medie storiche.
Per compensare la riduzione dei flussi via gasdotto dalla Russia (prima della guerra fornivano circa un terzo del fabbisogno italiano) l’Italia, come altri paesi Ue, ha aumentato le forniture di gas liquefatto via nave, più caro, e proveniente principalmente da Stati Uniti e Qatar. Ma sul lato delle infrastrutture dedicate l’Autorità segnala problemi. “Il rigassificatore di Piombino è in esercizio ormai da un anno, ma va scongiurato il rischio di un lungo periodo di mancato funzionamento per il suo trasferimento. Il rigassificatore di Ravenna sembra rispettare i tempi di entrata in esercizio ma con un rimarchevole incremento di costi che, al netto della valutazione della loro efficienza, richiederà un ulteriore sforzo pubblico per consentirne la collocazione a prezzi competitivi e permettergli di svolgere la funzione di completamento dell’assetto di diversificazione per cui è nato”, dice Besseghini.
Consumi e sussidi – I consumi e la produzione di energia elettrica in Italia si sono ridotti nel 2023 rispettivamente del 2,9% e del 6,9%. La domanda è stata soddisfatta per poco meno dell’84% dalla produzione nazionale (quasi metà della generazione è ancora dal gas 45%) e per il 16,8% dal saldo con l’estero (il valore più alto dall’inizio del secolo). Spiega l’Arera aggiungendo che le rinnovabili salgono al 44% spinte dalla forte ripresa della produzione idroelettrica (+42,4%). Crescono fotovoltaico (+9,2%) ed eolico (+13,7%) mentre si sono ridotte la generazione geotermica (-2,5%) e da bioenergie (-9,1%). Nel 2023 le importazioni di elettricità sono passate da 47,4 a 54,5 TWh (+15% rispetto all’anno precedente) mentre le esportazioni sono diminuite in misura percentualmente più elevata (-24,6%). Rispetto al 2022, l’elettricità estera entrata nel sistema italiano è aumentata del 19%.
Lo scorso anno sono stati riconosciuti 7,6 milioni di bonus sociali allargando la platea dei beneficiari per contrastare il caro-energia. L’innalzamento a 15mila euro della soglia Isee ha consentito di riconoscere 4,6 milioni di bonus elettrici e 3 milioni di bonus gas a clienti diretti, ossia titolari di forniture individuali di gas naturale: l’importo stimato corrispondente ai bonus riconosciuti è pari a circa 1.427 milioni di euro per i primi e a circa 716 milioni di euro per i secondi.
Economia & Lobby
Arera: “Tariffe elettriche sul libero mercato più alte del regime tutelato. In Italia il gas più caro”. I consumatori: “Spremuti come limoni”
Per ora il passaggio dal mercato tutelato (con tariffe aggiornate periodicamente da un’autorità indipendente) alla libera concorrenza ha portato ai consumatori una cosa sola: bollette più care. Lo ha certificato il presidente di Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), Stefano Besseghini, illustrando la relazione annuale dell’Authority: “Ad oggi le offerte disponibili sul mercato libero” dell’energia elettrica “appaiono poco attraenti rispetto ai diversi servizi regolati, essendo caratterizzate da prezzi normalmente più alti”. Le aste per la fornitura del Servizio a tutele graduali hanno determinato un vantaggio per il consumatore che è transitato dal mercato libero di circa 113 euro/anno a parità di tutti gli altri costi.
“Il superamento della fase di transizione, tra servizi di tutela e mercato libero – spiega Besseghini – richiede all’Autorità di rafforzare il controllo e le garanzie nel mercato libero e di focalizzare la propria attenzione sulla capacità del mercato di esprimere prezzi competitivi o servizi a reale valore aggiunto, per valutare l’effettiva evoluzione delle opportunità offerte al consumatore”. Secondo il presidente esiste una “difficoltà nel comunicare con il consumatore finale ed in particolare con il piccolo consumatore. La forza commerciale dei grandi gruppi, nel costruire una narrativa in grado di valorizzare nel prezzo elementi aggiuntivi rispetto alla fornitura della commodity energetica, determina scelte non sempre economicamente razionali”..
Al primo luglio 2024 la quota di clienti del mercato libero dell’elettricità si attestava al 76,5%, si legge nella relazione in cui si aggiunger che le famiglie preferiscono offerte a prezzo fisso, con sconto e da fonti green. La maggior tutela torna più conveniente del libero e per la prima volta si riduce il numero dei venditori. A fine 2023 erano 30,2 milioni i clienti domestici per l’elettricità, di cui 8,9 milioni serviti in maggior tutela e circa 21,4 milioni nel mercato libero. Al primo luglio 2024 i clienti vulnerabili in maggior tutela sono 3,6 milioni mentre 8,4 milioni i vulnerabili che hanno scelto il mercato libero.
Basseghini ricorda poi come gli oneri generali di sistema (ossia la parte del costo della bolletta destinata ai sussidi alle rinnovabili e ad altre voci, ndr) siano stati una voce rilevante negli ultimi 13 anni. “Abbiamo pagato circa 162 miliardi, dei quali circa 142 a copertura degli incentivi attualmente operativi per le rinnovabili. Malgrado nei prossimi 5 anni andranno incontro, a misure vigenti, ad una significativa riduzione, determineranno ancora un costo rilevante”. Il presidente ha quindi ribadito che sarebbe necessario “valutare una significativa copertura degli oneri di sistema con la fiscalità generale”.
“Con la sua relazione Arera certifica che in Italia i prezzi risultano più elevati rispetto agli altri paesi europei, che gli oneri di sistema pesano troppo e che le tariffe sul mercato libero sono poco convenienti”, afferma Assoutenti a commento della relazione. “Siamo lieti che finalmente Arera confermi quanto Assoutenti denuncia da oramai due anni, ma non basta certificare le criticità energetiche del nostro Paese: serve intervenire per evitare che gli italiani siano spremuti come limoni attraverso le bollette di luce e gas – afferma il presidente onorario e responsabile energia di Assoutenti, Furio Truzzi. “Le offerte energetiche sul mercato libero poco attraenti per prezzi normalmente più alti, come osservato dal presidente di Arera, Stefano Besseghini, sono “una verità grave e preoccupante che denunciamo da gennaio di quest’anno”, afferma Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione nazionale consumatori (Unc).
Gas più caro d’Europa – L’Italia è un paese che utilizza molto gas nel suo mix energetico. Eppure il costo dell’idrocarburo è il più alto d’Europa. Nel 2023 i mercati del gas naturale hanno mostrato segnali di riequilibrio dei prezzi dopo un periodo di shock per la crisi energetica. E, come si legge nella relazione, il prezzo al Psv (Punto di scambio virtuale) in Italia si mantiene superiore a tutti gli altri, a 42,9 euro/MWh con un differenziale rispetto al Ttf di 2,4 euro/MWh, sopra i costi pagati da Olanda 40,5 euro/MWh al Ttf e Germania (41 euro).
L’Autorità spiega che i prezzi spot del gas hanno registrato un notevole calo dovuto principalmente a due inverni miti consecutivi, ma la “nuova normalità” li fa rimanere superiori alle medie storiche.
Per compensare la riduzione dei flussi via gasdotto dalla Russia (prima della guerra fornivano circa un terzo del fabbisogno italiano) l’Italia, come altri paesi Ue, ha aumentato le forniture di gas liquefatto via nave, più caro, e proveniente principalmente da Stati Uniti e Qatar. Ma sul lato delle infrastrutture dedicate l’Autorità segnala problemi. “Il rigassificatore di Piombino è in esercizio ormai da un anno, ma va scongiurato il rischio di un lungo periodo di mancato funzionamento per il suo trasferimento. Il rigassificatore di Ravenna sembra rispettare i tempi di entrata in esercizio ma con un rimarchevole incremento di costi che, al netto della valutazione della loro efficienza, richiederà un ulteriore sforzo pubblico per consentirne la collocazione a prezzi competitivi e permettergli di svolgere la funzione di completamento dell’assetto di diversificazione per cui è nato”, dice Besseghini.
Consumi e sussidi – I consumi e la produzione di energia elettrica in Italia si sono ridotti nel 2023 rispettivamente del 2,9% e del 6,9%. La domanda è stata soddisfatta per poco meno dell’84% dalla produzione nazionale (quasi metà della generazione è ancora dal gas 45%) e per il 16,8% dal saldo con l’estero (il valore più alto dall’inizio del secolo). Spiega l’Arera aggiungendo che le rinnovabili salgono al 44% spinte dalla forte ripresa della produzione idroelettrica (+42,4%). Crescono fotovoltaico (+9,2%) ed eolico (+13,7%) mentre si sono ridotte la generazione geotermica (-2,5%) e da bioenergie (-9,1%). Nel 2023 le importazioni di elettricità sono passate da 47,4 a 54,5 TWh (+15% rispetto all’anno precedente) mentre le esportazioni sono diminuite in misura percentualmente più elevata (-24,6%). Rispetto al 2022, l’elettricità estera entrata nel sistema italiano è aumentata del 19%.
Lo scorso anno sono stati riconosciuti 7,6 milioni di bonus sociali allargando la platea dei beneficiari per contrastare il caro-energia. L’innalzamento a 15mila euro della soglia Isee ha consentito di riconoscere 4,6 milioni di bonus elettrici e 3 milioni di bonus gas a clienti diretti, ossia titolari di forniture individuali di gas naturale: l’importo stimato corrispondente ai bonus riconosciuti è pari a circa 1.427 milioni di euro per i primi e a circa 716 milioni di euro per i secondi.
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Tokyo, 20 gen. (Adnkronos) - Sono sole, spesso in difficoltà economiche. Tanto che sarebbero disposte a pagare per restare in carcere. Perché qui ricevono pasti regolari, assistenza sanitaria gratuita, la compagnia di cui sono prive all'esterno. Succede nel più grande carcere femminile del Giappone, quello di Tochigi, a nord di Tokyo in Giappone. Lo racconta la Cnn, a cui è stato concesso, evento molto raro, di entrare nel centro di detenzione. Le cui celle sono piene di anziane, magari dietro alle sbarre per reati minori quali il furto di cibo al supermercato. Le guardie raccontano che il problema più acuto è quello della solitudine.
Tanto che, ha detto Takayoshi Shiranaga, agente della prigione femminile di Tochigi, "ci sono persino persone che dicono che pagherebbero 20mila o 30mila yen (130-190 dollari, ndr) al mese se potessero vivere qui per sempre". E "ci sono persone che vengono qui perché fa freddo o perché hanno fame", ha aggiunto Shiranaga. Inoltre chi si ammala ''può ricevere cure mediche gratuite mentre è in prigione, ma una volta fuori devono pagarle di tasca propria, quindi alcune vogliono restare qui il più a lungo possibile''. In tutto il Giappone, il numero di detenuti di età pari o superiore a 65 anni è quasi quadruplicato dal 2003 al 2022. "Ora dobbiamo cambiare loro i pannolini, aiutarli a fare il bagno, a mangiare", ha detto Shiranaga. "A questo punto, sembra più una casa di cura che una prigione piena di criminali condannati", ha aggiunto.
Tra le pareti rosa chiaro e i corridoi stranamente sereni della prigione Tochigi, la Cnn ha incontrato Akiyo, nome di fantasia di una detenuta di 81 anni. "Ci sono persone molto buone in questa prigione - ha detto - Forse questa vita è la più stabile per me". Una detenuta di 51 anni, nome di fantasia Yoko, è stata incarcerata per accuse legate alla droga cinque volte negli ultimi 25 anni. Ogni volta che torna, la popolazione carceraria sembra invecchiare, ha detto alla Cnn. Alcune persone ''commettono reati di proposito per venire arrestate e finire di nuovo in prigione, una volta che finiscono i soldi", ha affermato.
Il furto è di gran lunga il crimine più comune commesso dai detenuti anziani in Giappone, soprattutto tra le donne. Nel 2022 più dell'80% delle detenute anziane in tutto il Paese erano in carcere per furto, secondo i dati del governo di Tokyo. Alcuni lo fanno per sopravvivere. Il 20% delle persone con più di 65 anni in Giappone vive in povertà, secondo l'Ocse, rispetto a una media del 14,2% nei 38 paesi membri dell'organizzazione. Altri lo fanno perché hanno così poco al di fuori.
Le autorità giapponesi sono a conoscenza del problema, tanto che il ministero del Welfare ha affermato nel 2021 che i detenuti anziani che hanno ricevuto supporto dopo aver lasciato il carcere avevano molte meno probabilità di recidive rispetto a quelli che non l'avevano ricevuto. Da allora, il ministero ha intensificato gli sforzi di intervento precoce e i centri di supporto alla comunità per aiutare meglio gli anziani vulnerabili.
Il ministero della Giustizia ha inoltre avviato programmi per le detenute, per aiutarle a vivere in modo indipendente. Ovvero come riprendersi dalla dipendenza da sostanze stupefacenti e come gestire le relazioni familiari. Il governo di Tokyo sta anche valutando proposte per rendere i sussidi per l'alloggio accessibili a un numero maggiore di anziani. Sono 10 i comuni in tutto il Giappone che stanno testando iniziative per sostenere gli anziani senza parenti stretti. Il tutto mentre in Giappone la popolazione anziana sta aumentando così rapidamente che entro il 2040 il Paese avrà bisogno di 2,72 milioni di operatori socio-assistenziali. Il governo sta cercando di incoraggiare più persone a entrare nel settore e di 'importare' lavoratori stranieri.
Civitavecchia, 20 gen. - (Adnkronos) - Procedono spediti i lavori di realizzazione del prolungamento dell'antemurale Cristoforo Colombo che vedrà la diga foranea del Porto di Civitavecchia estendersi per ulteriori 400 metri in direzione nord ovest.
Sono in corso i lavori di realizzazione dello scanno di imbasamento (dove poggeranno i cassoni in calcestruzzo) con lo sversamento in mare del nucleo della scogliera costituita da massi di pezzatura ricompresa tra i 5 e i 1000 Kg. A breve verrà avviata la prefabbricazione dei cassoni in cls costituenti il corpo centrale della diga foranea di dimensioni 40x28x25 m.
"Tengo a sottolineare - dichiara il presidente dell'AdSP Pino Musolino - che stiamo rispettando tutti i tempi programmati per realizzare opere che doteranno il porto di Civitavecchia di infrastrutture adeguate e compatibili per il rilancio del settore portuale, con un occhio sempre attento alla transizione ecologica, alla sostenibilità e all'impatto ambientale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Qual è il suo sogno quando era piccolo?". "Questa è una domanda interessante, perché i sogni cambiano nel corso della vita, con l'età. Quando ero piccolo mi sarebbe piaciuto fare il medico, poi ho cambiato idea. Quando si è a scuola, crescendo, si studia un po' tutto. C'è un momento in cui bisogna scegliere cosa fare. Alla fine ho scelto il diritto, la legge". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella rispondendo ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "Non ho mai sognato di fare il calciatore perché non ero per niente bravo", ha aggiunto sorridendo.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "C'è molto di buono in questo paese, e questo mi conforta sempre". Così il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "La fatica viene cancellate dal vedere cose buone che si vedono in Italia", ha detto.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Le piacerebbe fare un altro lavoro?". Questa è stata a prima domanda rivolta dagli alunni della scuola de Amicis di Palermo al Capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita a sorpresa questa mattina nel plesso. "Io sono vecchio - ha risposto - il mio lavoro non è quello che faccio adesso, il mio lavoro abituale era quello di insegnare Diritto costituzionale all'Università, ma ormai non lo faccio più da tempo. Questo impegno che svolgo ora non è un lavoro, è un impegno per la nostra comunità nazionale. E' faticoso, però è interessante perché consente di stare in contatto con la nostra società, con tutti i cittadini di ogni origine, ed è una cosa di estremo interesse".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "La musica, così come le iniziative sui libri, la cultura, sono il veicolo della vita, della convivenza, dell'apertura, della crescita personale e collettiva. E' quello che state facendo in questa scuola. Per me è davvero un motivo di soddisfazione essere qui e farvi i complimenti". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i bambini della scuola De Amicis. Nel novembre scorso i bimbi della quinta C furono insultati mentre si esibivano davanti alla Feltrinelli, vestiti con abiti tradizionali africani. "Io ogni anno vado in una scuola per l'apertura dell'anno scolastico, ma non è frequente che vada in altre occasioni. Sono lietissimo di essere qui questa mattina- dice Mattarella- E ringraziarvi per quello che fate. Ringrazio i vostri insegnanti per quello che vi trasmettono e per come vi guidano nell'accrescimento culturale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Voi siete una scuola che con la cultura, la musica, la lettura, e altre iniziative di crescita culturale, esprime i valori veri della convivenza nel nostro paese e nel mondo, che sempre è più unito, connesso, sempre più senza confini. Ed è una ricchezza crescere insieme, scambiarsi opinioni e abitudini, idee, ascoltare gli altri. fa crescere e voi lo state facendo, per questo complimenti". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella si è rivolto ai bambini della scuola De Amicis di Palermo. Nel novembre scorso i bimbi della quinta c, molti dei quali di origini africane, furono insultati per strada mentre si esibivano in uno spettacolo vestiti con abiti tradizionali. "Cercate di trovare la vostra strada secondo le vostre inclinazioni, auguri a tutti voi e complimenti", ha aggiunto. "Sono lietissimo di incontrarvi in questo auditorium che ci accoglie, ragazzi. Ringrazio la dirigente scolastica e i collaboratori, gli insegnanti e li ringrazio per quanto fanno. Voglio fare i complimenti a voi, siete bravissimi. Avete eseguito magistralmente questi due pezzi", ha detto ancora il Capo dello Stato parlando ai ragazzi che si sono esibiti in un breve concerto. "Non è facile con tanti strumenti ad arco, a fiato, a percussione. Complimenti ai vostri insegnanti e a voi".