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“Ero un maschiaccio, tornai a casa insanguinata mia mamma mi vide così e mi riempì di botte. A 17 anni rimasi incinta”: Mara Venier e la sua infanzia vivace

La conduttrice rivela di aver passato la sua infanzia a Mestre da bimba e donna libera

di F. Q.
“Ero un maschiaccio, tornai a casa insanguinata mia mamma mi vide così e mi riempì di botte. A 17 anni rimasi incinta”: Mara Venier e la sua infanzia vivace

Mara Venier condurrà la serata di gala “La musica è Azzurra: 30 anni in una notte”, un evento unico e gratuito che si terrà il 31 ottobre al Teatro Toniolo di Mestre (Venezia) per celebrare i 30 anni della storica etichetta veneta Azzurra Music fondata da Marco Rossi. La conduttrice torna ad abbracciare la città dove è cresciuta, Mestre, e con cui ha un forte legame. E proprio delle proprie origini la Venier ha parlato in una intervista a Il Corriere della Sera. “È una città che mi ricorda soprattutto mia madre che non c’è più da otto anni. Da allora non sono mai più tornata a Mestre, ho troppi ricordi legati a lei che mi fanno male. Ora però è arrivato il momento” , ha spiegato.

Ero un’adolescente ribelle. Ero la capobanda dei bambini in quei tre palazzoni, 180 famiglie, con un grande giardino al centro. – ricorda la conduttrice – Avevo messo tutti sotto, ero sempre per strada, studiavo poco, a scuola andavo malissimo. Ero una leader, se vedevo che uno che si comportava male, mettevo a posto le cose. Non ero prepotente, ma giusta”.

E ancora: “Ero un maschiaccio, sono sempre stata una bambina e poi una donna libera. Non ascoltavo mai mia mamma, ricordo che una volta tornai a casa insanguinata dopo che mi ero ferita a una gamba con la punta di un cancello, mia mamma mi vide piena di sangue e mi riempì di botte. Lei reagiva così al mio essere un maschiaccio”.

Poi a soli 17 anni la conduttrice è rimasta incinta: “Ho incontrato questo ragazzo in piazza Ferretto, la piazza principale dove facevamo le vasche, e ho frainteso la prima cotta dell’adolescenza con l’amore per sempre. All’epoca facevo la parrucchiera e lui era bellissimo: sono rimasta incinta praticamente subito, manco sapevo come si facevano i bambini”. In famiglia “non dissi niente, non ne abbiamo mai parlato, anche se avevano intuito, ma prevaleva il contesto, la vergogna, lo scandalo. I miei amici mi dicevano che non potevo tenere Elisabetta, ma ancora una volta ho fatto di testa mia. I miei dovettero firmare per il matrimonio riparatore perché ero minorenne. Il 13 giugno del 68 mi sposai e Francesco la sera stessa mi mollò per andare a Roma per fare l’attore”.

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