La Procura torna a indagare sui finanziamenti al partito di Marine Le Pen. Questa volta, secondo BFMTV, l’inchiesta, aperta il 2 luglio dalla Procura di Parigi con l’ipotesi di finanziamenti illeciti, prende in esame i fondi raccolti dal Rassemblement National durante la campagna elettorale per le Presidenziali francesi del 2022. Sempre la tv francese, ha fatto sapere che la leader dell’estrema destra non sarebbe l’unica candidata a essere stata segnalata.
La decisione della procura è stata presa in seguito a un rapporto del 2023 della Commission nationale des comptes de campagne et des financements politiques (CNCCFP) che vigila sul limite di spesa imposto dalla legge ai candidati durante le elezioni. Il rapporto evidenzia alcune irregolarità come il prestito da parte di una persona giuridica a un candidato durante la campagna elettorale, l’appropriazione indebita di beni da parte di persone che ricoprono una carica pubblica, frode commessa a danno di un ente pubblico e falsificazione e uso di falsi.
L’accusa per il partito di Marine Le Pen è di aver fatto pagare in eccesso una serie di attrezzature (volantini, siti web, manifesti e servizi di verifica dei conti per la campagna) ai proprio candidati: l’obiettivo, è l’accusa, sarebbe stato quello di truffare lo Stato che rimborsa le spese di chi supera il 5%. Il Rassemblement National aveva ricevuto circa 11 milioni di euro pubblici per la campagna elettorale.
Il partito di estrema destra, come ricordato da Libération, è già stato censurato dal tribunale nell’ambito del caso sui kit elettorali usati dal partito alle legislative del 2012. In quel caso il RN aveva ricevuto una multa da 250mila euro per “occultamento di beni aziendali”, poi diventata definitiva dopo che la Corte di Cassazione ha respinto i ricoersi presentati dal Rassemblement.