Calcio

Ilic dal Torino verso lo Zenit grazie al sotterfugio: ecco come la Fifa ha aggirato le sanzioni Ue contro Putin e la Russia

Non fosse per il tipo di notizia, sarebbe una “normale” questione di calciomercato: lo Zenit di San Pietroburgo è su Ilic del Torino. E quindi? E quindi da oltre due anni, nessuna operazione in uscita dall’Italia verso la Russia è stata portata avanti. L’ultima, peraltro a parametro zero, è stata la firma di Keita Balde allo Spartak Mosca: l’attaccante aveva terminato la sua esperienza al Cagliari e aveva deciso di accettare i tanti rubli proposti. Un dettaglio (si fa per dire): la guerra contro l’Ucraina era già cominciata, ed esisteva un embargo che in questo caso però non importava, perché non prevedeva transazioni tra club. Ma come è possibile ora un trasferimento? La situazione internazionale è delicatissima: le sanzioni (che, per inciso, non sembrano funzionare molto) stanno colpendo Putin. E trasferire importanti somme di denaro da e verso la Russia non è così semplice. Il danno sociale è enorme, e sul Fatto si racconta ogni giorno. Ma, per quanto le conseguenze siano ben meno gravi, riguardano anche il calciomercato. Con una situazione che è stata bypassata dalla Fifa.

I Tms e la Fifa clearing house
Prima di tutto, un termine: Tms, cioè la pratica per i trasferimenti internazionali. Negli ultimi anni, sono state introdotte una serie di misure volte a evitare pagamenti su conti off-shore che tutto sembravano fuorché puliti. A questa, si è aggiunta una novità introdotta dalla Fifa, cioè la Fifa clearing house, una banca digitale con sede a Parigi a cui tutti i club sono obbligati a iscriversi per rendere davvero effettivi i trasferimenti internazionali. Ogni conto ha delle prerogative specifiche: bisogna indicare il proprietario, l’iban, le garanzie del deposito, oltre a una serie di strumenti di verifica della provenienza e destinazione dei soldi. Questo non solo per controllare, ma anche per tutelare le società: nel 2018 era diventata famosa la truffa subita dalla Lazio, che aveva versato 2 milioni di euro come tranche di acquisto di De Vrij a un hacker. E la Russia cosa c’entra? La banca digitale, che, di fatto, è come se fosse un grande Satispay del calciomercato, ha sede a Parigi, quindi in territorio Ue. Fuori da ogni embargo. Situazione regolare? Sì, perché la Federazione russa di calcio appartiene alla Fifa, che ha in questo modo risolto la questione all’origine. Dirimenti poi sono le transazioni: i cartellini dei calciatori non sono considerati dei beni, ma dei servizi, sui quali l’embargo non viene applicato.

Guerra in Russia: le scelte dei giocatori
Risolta la questione normativa, resta poi da superare la barriera psicologica. Gli atleti europei non sono così propensi ad accettare un trasferimento in Premier Liga, o categorie minori. Quelli sudamericani sì. Ma con delle eccezioni. I club russi hanno infatti deciso di concedere un cospicuo incentivo di denaro ai calciatori che sono rimasti anche a conflitto iniziato. Per gli altri, la Fifa ha permesso un trasferimento in prestito gratuito ad altri club extra Russia o Ucraina, senza che si instaurassero delle trattative reali tra società: bastava solo l’assenso del giocatore per confermare il trasferimento.

Dall’Europa alla Russia: storia di (pochi) trasferimenti
Se Balde si era trasferito a zero, Ilic sarebbe a pagamento, con i meccanismi spiegati. Gli stessi che hanno permesso ad altri club europei di cedere in Russia in questi ultimi due anni. Ma si tratta di poche operazioni (una ventina a stagione, con il numero che è aumentato la scorsa estate), e per operazioni di alcuni milioni di euro. L’eccezione è Manfred Ugalde, attaccante costaricano che dagli olandesi del Twente si è trasferito allo Spartak Mosca per 13 milioni. Ma è un caso raro. E in generale, le operazioni sono soprattutto con la Serbia. E Ilic, guarda caso, è proprio serbo: il centrocampista peraltro non avrebbe alcun problema ad accettare lo Zenit. Anche perché la situazione internazionale vede molto vicine Serbia e Russia, anche dopo le ultime elezioni. Insomma, una trattativa che si può fare sotto tutti gli aspetti. E che, nel suo piccolo, in Italia potrebbe fare la storia.