Cronaca - 9 Luglio 2024
Mc Donald’s devastato a Napoli, la video-denuncia di Borrelli: “Baby gang sempre più scatenate e violente”
Mc Donald’s devastato, con sedie ribaltate e tavolini rotti, con tanto di dipendenti “barricati” dentro al negozio. È quanto avvenuto nel punto vendita di Napoli, all’interno della Galleria Umberto I. A devastarlo, secondo quanto denunciato dal deputato Francesco Borrelli, “baby-gang sempre più scatenate e violente”. “Promesse mai mantenute sulla vigilanza in galleria. McDonald’s? Le mie denunce hanno fatto scattare l’allarme che però nessuno ha sentito”, scrive sui social il deputato condividendo il video della devastazione.
“Domenica sera, come raccontato in un video pubblicato su Tik Tok da un utente, si è scatena una rissa, sembra che il branco avesse accerchiato ed aggredito un ragazzo, all’esterno del McDonald’s provocando il rovesciamento di sedie e tavolini facendo spargere cartacce, bottigline e contenitori sul pavimento – si legge nel post – I dipendenti del fast-food impauriti (si legge nella didascalia che accompagna il video) si sono barricati all’interno del locale per non essere coinvolti nella guerriglia“.
“Le misure adottate finora, sotto forma di parole e promesse più che nei fatti, sono evidentemente insufficienti –commenta Borrelli – “la Galleria non è più terra di conquista da parte di gruppi di giovani teppisti e delinquenti , ormai è ‘zona loro’, l’hanno completamente conquistata e colonizzata. E anche ora le Istruzioni restano impassibili ed immobili quando sono più che necessari ed urgenti degli interventi di ‘espropriazione’. Bastano delle pattuglie fisse, una sorveglianza continua e, soprattutto, smetterla di pensare: ‘sono delle ragazzate…’. Con queste ragazzate e l’indifferenza delle Istituzioni le baby-gang hanno assunto sempre più potere ed oggi dettano legge, spesso più dei clan storici, perché loro non seguono strategie criminali ma si affidano ai barbari istinti. Non è poi un caso che certi episodi si registrino in continuazione all’esterno dei McDonald’s. Sono dei punti di ritrovo per tanti giovani e per questo, quindi, diventano bersaglio di baby-criminali che sui quei giovani possono esercitare il proprio potere. La mia denuncia sui fatti di Tavernanova avrebbe dovuto far scattare più di un campanello d’allarme. Forse ha pure suonato ma nessuno ha sentito”.