L’ipotesi era sul tavolo, ma la notizia è arrivata più rapida del previsto, segno che nella ‘maggioranza Ursula‘ il rischio era stato calcolato: il presidente del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, non ha lasciato passare nemmeno 24 ore per annunciare che nei confronti del nuovo gruppo Patrioti d’Europa al Parlamento europeo, fondato dal premier ungherese Viktor Orbán, sarà previsto un cordone sanitario. Nessuna concessione, nessun incarico parlamentare: “Hanno diritto di essere qui perché votati – ha detto -, ma rappresentare le istituzioni è un’altra cosa. Loro hanno detto di volerle smantellare”.
L’esclusione è destinata a creare una frattura che, per quanto ininfluente a livello parlamentare, rischia di creare non pochi problemi in sede di Consiglio Ue. Ma arriva in un momento cruciale per il futuro della prossima legislatura europea: il 16 luglio si decidono gli incarichi parlamentari, il 18 l’aula voterà la fiducia a Ursula von der Leyen. La leader tedesca, per essere sicura della riconferma, ha bisogno anche dei voti di Fratelli d’Italia che, però, rischia molto dando il proprio sostegno alla presidente uscente. Per questo il veto sui Patrioti arriva con il tempismo di un salvagente durante un naufragio: la loro esclusione dagli incarichi parlamentari limita le paure e i rischi di isolamento per Giorgia Meloni.
Che questa esclusione, se confermata, abbia solo motivazioni ideologiche è difficile da credere. Anzi, l’idea promossa dal presidente dei Popolari potrebbe essere maturata definitivamente proprio negli ultimi giorni, quando è stata chiara e ufficiale la portata della nuova creatura sovranista, con l’entrata anche del Rassemblement National e conseguente possibile indebolimento dei Conservatori. A questo va aggiunto che scaricare Marine Le Pen risulta più facile oggi, dopo le elezioni francesi che, contro ogni pronostico, hanno visto la leader nazionalista finire al terzo posto, dietro al Nuovo Fronte Popolare e pure a Renaissance di Emmanuel Macron.
La creazione dei Patrioti d’Europa è così servita ai partiti tradizionali a tracciare una sorta di spartiacque tra i papabili alleati e coloro che, invece, devono rimanere relegati all’opposizione, indipendentemente dal consenso ottenuto alle elezioni. E questo da una parte riabilita e dall’altra rende meno rischiosa la posizione di Fratelli d’Italia. Fino alle parole di Weber, di fronte alla presidente del Consiglio italiana si aprivano due strade: la prima prevedeva il sostegno a von der Leyen con però una possibile fuga dei polacchi del Pis nella nuova famiglia sovranista e conseguente perdita di peso in Parlamento per Ecr, la seconda una nuova opposizione alla Spitzenkandidatin tedesca che le avrebbe garantito ancora rilevanza nel panorama della destra Ue al costo di una rinuncia a cariche importanti all’interno della prossima Commissione. Con l’eventuale esclusione dei membri dei Patrioti d’Europa dalle cariche parlamentari, Meloni potrà dare il proprio sostegno a von der Leyen con maggiore serenità, ottenendo il commissario di peso tanto richiesto e beneficiando del veto sui filo-Orbán per avere anche una favorevole redistribuzione delle cariche a Bruxelles.