Domenico De Masi avrebbe salutato con grande felicità l’ottima notizia dell’ingresso del MoVimento 5 Stelle nella sinistra europea. Avere una famiglia europea ci dà forza in tutte le battaglie che conduciamo da tempo e una casa stabile in cui costruire un modello sociale alternativo. Mai come oggi, in un’epoca che ha perso ogni riferimento e orientamento, gli sforzi in questo senso sono fondamentali. La prima domanda da farci è: cosa significa essere di sinistra nel ventunesimo secolo?
Il M5S è nato populista, ambientalista, moderatamente euroscettico e progressista guardando da sempre al futuro e all’innovazione con curiosità e interesse e proponendo trasformazioni radicali dentro la modernità. Abbiamo promosso la decrescita, la democrazia diretta e la e-democracy, ci siamo contraddistinti per la forte ostilità alla corruzione e ai privilegi e schierati contro le guerre e tra i non-interventisti. Tutte queste caratteristiche possono essere rinnovate e rilanciate dentro una Sinistra Europea che deve crescere e diventare il grande protagonista di questo secolo, anche mettendo a frutto l’esperienza di più di un decennio di attività politica.
La scuola del Fatto Quotidiano ha realizzato un ottimo dibattito tra Destra e Sinistra pubblicando un libro a cura di Domenico De Masi, in cui si evince in maniera chiara che la nuova dicotomia di oggi va ricercata in campo economico. Il neoliberismo ha vinto e governa il mondo. Una sinistra rinnovata con radici nel XXI secolo deve costruire l’alternativa al capitalismo, al primato dell’economia, del Pil, di un modello schiacciato su produzione e consumo.
Il Movimento 5 Stelle da forza politica nata nel nuovo secolo ha ricevuto, dal mio punto di vista, implicitamente, il compito arduo di dar vita ad un nuovo modello sociale o di farsene interprete, per garantire il primato del pianeta, della vita e di nuovi e vecchi diritti civili e sociali. I socialisti moderati e liberali e i popolari hanno fallito in questo. Sono forze internazionali al governo da decenni e che hanno disegnato le istituzioni e le regole che ereditiamo, sono i difensori dello status quo, uno status quo fatto di disuguaglianze tra le più grandi della storia, uno status quo che ci sta conducendo verso la sesta estinzione di massa.
Con la società post-industriale è cambiato tutto e il partito socialista e popolare, i democratici e i conservatori di oggi sono diventati in ambito economico indistinguibili, perché hanno dato il timone del governo delle nazioni in mano all’economia. Per questi partiti decidono le lobby, le banche, la Nato, i brevetti TIPS.
Per questi partiti non si possono mettere limiti all’arricchimento personale anche se dieci più grandi miliardari al mondo si prendono tutto il pianeta, Per questi partiti non si può tassare la pubblicità per dare agli sfruttati, non si può ridurre la propaganda al consumo per dare spazio alle relazioni, non si può investire in spazi pubblici per i cittadini e i giovani ma si parla solo di concessioni ai privati. Per questi partiti è sempre meglio affidare alle società S.p.a. la gestione dei servizi pubblici.
Per questi partiti il Pil viene prima di tutto e quindi i cittadini smettono di andare a votare e si occupano anche loro del proprio Pil, del proprio arricchimento personale e risolvono i loro problemi politici attraverso la propria individuale affermazione economica. Tanti altri restano rinchiusi nel loro inferno personale di senza voce, precari, disoccupati, partite Iva allo stremo e piccoli imprenditori, che nessuna organizzazione politica si prende realmente in carico, se non attraverso blandi impegni senza alcuna credibilità.
Il M5S è ancora l’unica forza politica che può opporsi a tutto questo ed essere voce di questo popolo.