“Con l’arrivo del Pnrr avevamo timore che questa opportunità rischiasse di non essere colta appieno”. Apre così, Giulia Sudano, presidente di Period Think Tank, associazione che promuove l’equità di genere, la conferenza stampa, in cui è stato presentato in Senato, il report del progetto #datipercontare: statistiche ed indicatori per un Pnrr equo.
“L’Italia è molto indietro rispetto all’utilizzo di strumenti come dati disaggregati per genere – continua Sudano – utili per monitorare l’impatto delle politiche pubbliche” Le principali richieste alla Cabina di Regia del Pnrr sono, quindi, raccogliere dati disaggregati per genere, rendere obbligatorio per i comuni l’indicazione dei beneficiari dei progetti da loro gestiti, non solo al termine del lavoro, ma anche all’inizio e fare in modo che il 30% degli appalti dei fondi del Pnrr preveda l’assunzione di donne, persone giovani e con disabilità come previsto dall’articolo 47 del decreto legge 77/2021. Questa clausola, secondo il report di Period Think Tank, è stata invece derogata nel 60% dei casi. “Non spendere bene questi fondi significa togliere dei diritti alle persone aggiunge Katia Scannavini, vicepresidente generale di Action Aid e dell’Osservatorio Civico del Pnrr – non basta dire abbiamo speso tutti i soldi, bisogna capire come vengono e spesi e quale impatto questi possono avere.”
Articolo Precedente

Torna Libero Cinema in Libera Terra: parte il tour della carovana che porta i film sui diritti universali in tutta Italia

next
Articolo Successivo

“Dissenso e protesta pacifica criminalizzati in tutta Europa”: la denuncia di Amnesty. Cucchi: “Ddl Sicurezza spaventoso, segnali da regime”

next